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Il campanile della Chiesa di Santa Maria di Varano a Muccia (Macerata) prima e dopo la scossa di terremoto. Foto da Twitter

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Il campanile della Chiesa di Santa Maria di Varano a Muccia (Macerata) prima e dopo la scossa di terremoto. Foto da Twitter

Terremoto nelle Marche. Nel borgo di Muccia danneggiato campanile del ’600

Il centro storico di Camerino di nuovo chiuso. Il ministero: stiamo valutando i danni

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Redazione GDA

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Macerata. Il terremoto torna a spaventare il Centro Italia. Le Marche centro-meridionali, soprattutto. Alle 5.11 del 10 aprile, una scossa di magnitudo 4.6 con epicentro nel maceratese, a Muccia a due chilometri del capoluogo, ha riportato in strada la popolazione. Il terremoto è stato sentito con chiarezza in Umbria e fino a Roma e all’Aquila.  Nessun ferito, tanta paura. Si sono registrate oltre venti scosse.

Tra i monumenti ha caduto un pezzo di un campanile della chiesa seicentesca di Santa Maria di Varano, a Muccia. Danneggiate alcune casette Sae (le soluzioni abitative d’emergenza post terremoto del 2016).
A Camerino, il sindaco Gianluca Pasqui che aveva riaperto una porzione del centro storico all’ingresso dei residenti per recuperare oggetti e ricordi dalle loro case, ha optato per vietarlo a tutti salvo agli addetti ai cantieri e ai tecnici per ragioni di sicurezza.  Dando voce a un timore diffuso: che le frequenti scosse avvertite nell’ultimo periodo non siano affatto destinate ad esaurirsi.

I tecnici deel’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) hanno peraltro ripetuto ai media che siamo ancora sulla scia del sisma del 2016. A Pieve a Torina si è tenuto un vertice con il capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, con il commissario straordinario alla ricostruzione, Paola De Micheli, con il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e i sindaci dei Comuni colpiti dal sisma. E in quest’occasione Pasqui ha manifestato la sua amarezza dicendo che occorre chiarire, che nei 138 Comuni investiti dal sisma nel 2016 le differenze dei danni sono state enormi; in molti borghi la vita prosegue e in altri è difficile, e quindi le autorità devono calibrare anche i gradi di intervento. «Il cratere è qui, tra questi sindaci e queste facce stravolte e stremate. Il prossimo che mi parla di 138 Comuni tutti allo stesso modo coinvolti mi farà perdere seriamente la pazienza, ha dichiarato Pasqui. Dobbiamo distinguere chi è distrutto e fa i conti tutti i giorni con questo sisma, oppure diteci chiaramente che dobbiamo andarcene tutti e che ve ne fregate di noi. Adesso il cratere va diviso in fasce a seconda dei livelli di danno per consentire procedure veloci e semplificate che permettano di continuare a vivere in queste zone».

Il segretario generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Carla di Francesco ha avvisato che il dicastero «ha attivato le proprie unità di crisi per la verifica dei danni e la messa in sicurezza del patrimonio culturale eventualmente danneggiato dalla scossa di terremoto che ha colpito questa mattina [ieri, Ndr] il Maceratese» e che i tecnici hanno fatto sopralluoghi nel maceratese per appurare eventuali danni ai monumenti «in stretto contatto con il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco».

Gli accertamenti sono in corso. Da non sottovalutare, però, il possibile scoramento che può provocare un terremoto senza fine in zone dove si sta tentando di tornare alla vita consueta.

Il campanile della Chiesa di Santa Maria di Varano a Muccia (Macerata) prima e dopo la scossa di terremoto. Foto da Twitter

Redazione GDA, 11 aprile 2018 | © Riproduzione riservata

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