Tedeschi romanizzati

Le biblioteche e la vita culturale degli artisti nella città eterna dal 1795

Guglielmo Gigliotti |  | ROMA

Presso il Museo Casa di Goethe, una mostra aperta fino al 30 settembre affronta per la prima volta non solo quanto prodotto da artisti tedeschi del XIX secolo durante il loro soggiorno romano (a volte anche pluridecennale), ma l’origine letteraria dei loro soggetti, e in genere della loro formazione. «Fonti d’ispirazione.

Le biblioteche degli artisti tedeschi a Roma 1795-1915» è la mostra curata Michael Thimann e Ulf Dingerdissen, assieme a Maria Gazzetti, direttrice del museo goethiano di via del Corso, con cui si intende aprire una finestra sulla globalità della vita culturale dei tedeschi romanizzati che, con le oro immagini, sono stati gli ambasciatori nel Nord Europa delle bellezze di città e dintorni.

Il Museo Casa di Goethe, allestito nella dimora abitata dal poeta nel suo viaggio nella città eterna nel 1787, possiede infatti i fondi librari di biblioteche costituitesi nella capitale dell’allora Stato pontificio, a partire dal 1795, e concentrate su temi storici, archeologici, artistici, mitologici e letterari. La mostra è un modo per seguire il percorso dalla lettura alla trasposizione artistica dei soggetti allora in voga, ovvero vedute urbane, idilliaci paesaggi, rovine, ricostruzioni archeologiche, narrazioni storiche, religiose, mitologiche, in uno stile che oscilla dal rigoroso Neoclassicismo al Romanticismo lirico e sublime.

In mostra opere, provenienti anche da musei tedeschi, di Friedrich Overbeck, caposcuola dei Nazareni (nella foto, «Autoritratto con la Bibbia», 1809), di Anselm Feuerbach, Arnold Böcklin, Friedrich Reberg, Johann Christian Reinhart e Wilhelm Friedrich Gmelin. Dall’atelier di quest’ultimo in Piazza di Spagna, nei primi decenni del XIX secolo, uscirono incisioni tra le più ricercate da viaggiatori e cultori della bellezza italiana.

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