Tassate le 20 giornate «calde» di Venezia

Dopo una lunga serie di rinvii, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha annunciato per il 2024 l’avvio effettivo del tributo d’accesso per i turisti giornalieri. Cambiano però le modalità di funzionamento

Turisti in Piazza San Marco a Venezia
Enrico Tantucci |  | Venezia

La città italiana maggiormente vittima dell’overtourism ci riprova con la tassa d’accesso per i turisti giornalieri. Dopo una lunga serie di rinvii, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha annunciato per il 2024 (la data effettiva è ancora da precisare) l’avvio effettivo del tributo per chi, non residente, verrà nella città storica senza aver prima prenotato la visita.

Cambiano però, almeno a livello sperimentale, le modalità di funzionamento. Il ticket non scatterà per tutto l’anno, ma solo per una ventina di giornate considerate più «calde» dal punto di vista degli accessi. Compresi i ponti di Pasqua, del 25 aprile e del Primo Maggio, ma anche alcuni weekend di inizio e fine estate e del Carnevale. «Per prenotare la visita chi viene a Venezia in giornata dovrà scaricare sul proprio cellulare un Qr code, ha spiegato Brugnaro, e chi ne sarà trovato privo a un eventuale controllo dovrà pagare fino a 5 euro per la manutenzione della città e il suo decoro».

Non un grande deterrente, almeno sulla carta, visto che un turista oggi paga ad esempio 9,50 euro per una corsa sui vaporetti Actv. Si parla anche dell’istituzione di una commissione per stabilire chi avrà diritto all’esenzione dalla prenotazione, compresi i pendolari che vengono ogni giorno a Venezia per lavoro o chi viene per visite mediche o impegni non legati al turismo. La versione precedente del contributo (che sarebbe dovuta scattare dal 16 gennaio di quest’anno e poi è ancora slittato) prevedeva una tassa d’accesso da 3 a 10 euro, con un prezzo più salato per chi non avesse scelto di prenotare la visita.

Tra settembre e ottobre il Comune di Venezia dovrebbe rendere note le modalità esatte di funzionamento del nuovo tributo. Si vedrà allora se questa sarà davvero la volta buona.

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Enrico Tantucci