Taranto, l’isola delle arti: è in arrivo Artlab Eyeland
«Il Giornale dell’Arte» è media partner del nuovo evento dedicato al potere trasformativo dell’arte e della fotografia, in programma dal 2 giugno al 31 luglio

La fotografia e l’arte possono svolgere un ruolo cruciale nella rigenerazione sociale di un territorio: questa la visione alla base di Artlab Eyeland, iniziativa realizzata da PhEST, associazione culturale che da otto anni organizza il Festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli, in collaborazione con il Comune di Taranto e con il patrocinio della Regione Puglia e della Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo.
Con la direzione artistica di Giovanni Troilo, la curatela fotografica di Arianna Rinaldo e Rica Cerbarano e la curatela per l’arte contemporanea di Roberto Lacarbonara, l’evento, che si terrà dal 2 giugno al 31 luglio, si propone di interagire con la città di Taranto attraverso un dialogo continuo, adottando una prospettiva internazionale che culminerà nella realizzazione di progetti originali.
La manifestazione, concepita come un laboratorio permanente orientato alla riqualificazione del tessuto urbano e sociale, vedrà artisti nazionali e internazionali invitati in residenza con lo scopo di raccontare il territorio e generare narrazioni inedite con e per la comunità; inoltre, particolare attenzione verrà data alle installazioni nello spazio pubblico e all’organizzazione di workshop aperti agli abitanti di Taranto. Obiettivo finale dell’iniziativa: incoraggiare il fermento e la vitalità della città «tra i due mari» per renderla a tutti gli effetti «l’isola delle arti», un organismo vivo in continua trasformazione.
Già dal nome, il concept è chiaro: la parola «eyeland» da un lato allude a una terra in cui l’occhio diventa protagonista, dall’altro l’assonanza con l’inglese «island» richiama il termine «Isola Madre», con cui viene chiamata la Città Vecchia.
Sono molti gli artisti che prenderanno parte al progetto: dalla Street art ai progetti fotografici e al design, dai suoni raccolti dalla strada e tradotti in musica, alla poesia,all’arte contemporanea e al teatro. Fra le strade di Taranto sarà possibile incontrare artisti impegnati in laboratori e incontri con i residenti che culmineranno in mostre ed eventi di grande impatto. Tra questi, troviamo Sam Gregg, fotografo ritrattista e documentarista londinese che da anni vive a Napoli e ritrae i suoi abitanti, elevandoli a protagonisti di immagini esteticamente ineccepibili e cariche di simboli iconografici tradizionali. Dal 24 aprile, Gregg sta lavorando su Taranto con l’obiettivo di raccontare gli abitanti della Città Vecchia ed è inoltre impegnato in un un laboratorio di fotografia rivolto ai giovani tarantini. L’esito della sua permanenza sarà una mostra site specific tra le vie del centro storico, dove gli abitanti dell’Isola potranno vedersi rappresentati e ritrovare conoscenti, familiari e personaggi locali.
Il 23 maggio arriverà in città il collettivo tedesco Mentalgassi, il quale opera a livello internazionale nel campo della fotografia e degli interventi urbani ed è conosciuto per l’abilità con cui trasforma gli oggetti urbani in qualcosa di insolito e inaspettato, dando vita a scorci sorprendenti modellati sugli spazi e le forme della città. Il collettivo fotograferà gli abitanti della Città Vecchia e progetterà un’installazione all’aperto con l’obiettivo di integrare le immagini scattate con gli elementi dell’architettura urbana.
Continuando sulla scia dell’arte pubblica, emblematico sarà l’intervento di Caos, nome d’arte di Dario Pruonto, che sarà a Taranto dal 29 maggio al 15 giugno per realizzare un progetto di arte partecipata, coinvolgendo i cittadini in attività che favoriranno la coesione sociale, la cittadinanza attiva e l’ascolto generativo. Dario Pruonto è una figura di riferimento della «street poetry» italiana; la sua ricerca esplora il rapporto tra arte visiva, linguaggio e contesto urbano e tocca temi complessi quali l’incomunicabilità, il confine e la relazione.
Tra gli altri artisti presentati, troviamo Ugo La Pietra, «ricercatore nelle arti visive» che illustra come riappropriarsi della città per mezzo di operazioni comportamentali e non di interventi fisici; Adam Wiseman, fotografo messicano che esplora l’idea di casa non a partire dalla sua funzione, ma come simbolo; Arko Datto, artista indiano, esploratore e critico dell’era digitale, che indaga la distopia dell’imminente apocalisse ambientale nei contesti non urbani della regione del Delta; l’artista italiano Marco Neri, con un’installazione di scarti delle produzioni industriali che vuole alludere alla progressiva urbanizzazione del paesaggio reale; Mous Lamrabat, fotografo marocchino che ridefinisce i codici della moda e del lusso sullo sfondo del meraviglioso paesaggio naturale del suo Paese; il duo artistico Vedovamazzei che presenta un’installazione ambientale in legno e vetro ispirata alla «casa fai-da-te» del film «One week» di Buster Keaton in mostra grazie alla collaborazione con la Cineteca di Bologna; Azadeh Akhlaghi, artista iraniana che costruisce un dialogo visuale tra la morte e la vita; Polina Osipova, designer e artista della Repubblica Ciuvascia della Federazione Russa che ha recuperato le tradizioni ancestrali delle donne del suo popolo per sfidare i limiti del suo Paese e della sua cultura; e infine il musicista Alex Palmieri, che dal 28 giugno al 14 luglio terrà un laboratorio di produzione musicale, durante il quale i partecipanti impareranno attivamente a raccontare la città e a promuovere la sua bellezza per mezzo di registrazioni ambientali. Inoltre, una mostra concluderà il concorso «Isola Madre» rivolto agli artisti di Taranto e provincia e realizzata in collaborazione con Salgemma.
«Parallelamente a PhEST che continua la sua corsa a Monopoli, siamo entusiasti di iniziare un nuovo percorso a Taranto con un progetto cucito addosso alla città, Artlab Eyeland, un’isola tra due mari che diventa laboratorio di racconto permanente sul Mediterraneo», dichiara il direttore artistico Giovanni Troilo.
«Il Giornale dell’Arte» vi accompagnerà nel racconto di questa nuova manifestazione ispirata all’idea di arte come strumento di rigenerazione e riscatto sociale.