Sylvano Bussotti e la ricerca dell'opera d'arte totale

Sylvano Bussotti (Firenze, 1931) ha attraversato il Novecento in totale autonomia, firmando un’opera sfaccettata, tra musica, danza, opera, teatro, grafica, disegno, mischiando le carte e unendo mondi ritenuti lontani, all’insegna di un rimando al Rinascimento, filtrato dalla visionarietà del romanticismo, come nel caso della folgorazione per il Lorenzaccio di De Musset, testo amato anche da Carmelo Bene. In gioventù, ad esempio, portava provocatoriamente l’amatissimo Giacomo Puccini nei territori della ipersperimentazione di Darmstadt, in cui Stockhausen e soci distillavano suoni.
Daniele Lombardi cura un volume ricco di immagini e testi (oltre ai suoi ci sono interventi di Gino Di Maggio, Ivanka Stoianova, Marcello Panni, Francesco Di Marco, Franco Brambilla e Gianluca Tanzi) per ricostruire un percorso ricchissimo. Evidente è la dimensione, da sempre celebrata della sua scrittura musicale che
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