SPECIALE VENEZIA Alighiero Boetti senza mezze misure

La modularità dell'artista in una retrospettiva parallela alla Biennale alla Fondazione Cini

Alighiero Boetti, «Aerei» (particolare), 1989, inchiostro e acquarello su carta fotografica intelata
Anna Costantini |

Venezia. Il titolo che la Fondazione Giorgio Cini ha scelto per la mostra che apre il 12 maggio (visitabile fino al 12 luglio) all’Isola di San Giorgio Maggiore, «Alighiero Boetti: Minimum/Maximum», ricorda da vicino uno dei ragionamenti visivi dell’artista torinese tra scrittura e linguaggio.
A cura di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, realizzata con l’Archivio Alighiero Boetti e organizzata dalla stessa Fondazione in collaborazione con Tornabuoni Art, la mostra propone un confronto tra opere di dimensioni limite, nel piccolo come nel grande formato. «La selezione è il vero criterio di questa mostra e anche la sua rarità, racconta Barbero. L’idea di “Minimum/Maximum” è restituire il  pensiero in estensione di Boetti, un’estensione del campo visivo nei grandi quadri che diventa focalizzazione, spesso successiva, nella sua
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