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Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliVenezia. L’intuizione, all’origine della creatività, è un concetto sulla cui definizione si sono arrovellati poeti e filosofi come Giacomo Leopardi, Spinoza, Kant, Hegel e Bergson. Ad esso è dedicata la mostra «Intuition», a Palazzo Fortuny dal 13 maggio al 26 novembre, curata da Daniela Ferretti e Axel Vervoordt, appuntamento conclusivo del ciclo iniziato con «Artempo» nel 2007. Trasversale nel tempo, dalle steli antropomorfe del 3.000 a.C. rinvenute nel Sud della Francia alle creazioni di artisti under 30, e nei movimenti rappresentati, dal Romanticismo all’Astrattismo di Kandinskij, caratterizzato da una forte valenza spirituale e dall’apporto musicale di Arnold Schönberg, al Surrealismo insito negli occhi dei pesci di Bruna Esposito, che si arrampicano dal piano terra al primo piano dell’edificio, all’Action painting di Jackson Pollock, di cui si sottolinea l’origine sciamanica condivisa, peraltro, dallo sciamano per antonomasia, Joseph Beuys.
Trasversale anche nella denominazione geografica, dal Giappone dell’«Onda» di Hokusai, che trova un interessante riscontro ne «La Vague» di Gustave Courbet del 1872-73, a quello del gruppo Gutai fino all’internazionalismo di Fluxus. Un impeto di energia che include nuove espressioni artistiche come la performance (cui si deve la generazione di oggetti di creta durante stati di trance), il linguaggio cinematografico e il labile supporto dell’elettronica. Il tutto all’insegna di una memoria ancestrale proiettata nel futuro, all’origine di un modo nuovo di percepire l’opera d’arte.

«Untitled», 2008, di Cy Twombly
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