Spartaco e gli altri. All'Ara Pacis schiavi e padroni nell'antica Roma

Frammento di mosaico figurato, Parigi, Musée du Louvre, Département des Antiquitès greques, étrusques et romaines Photo© RMN-Gran Palais (musée du Louvre)/Hervé Lewandowski
Federico Castelli Gattinara |

Roma. «Spartaco. Schiavi e padroni a Roma», inaugurata oggi al Museo dell’Ara Pacis (fino 17 settembre), propone uno stimolante affondo tematico, con installazioni audio e video immersive per ricostruire suoni voci e ambientazioni di allora, su uno degli aspetti basilari del mondo romano, specie dal punto di vista sociale ed economico, ma anche giuridico. Si parla del più grande sistema schiavistico che la storia abbia mai visto svilupparsi in una società che per oltre quattro secoli, ricorda l’archeologo Fabrizio Pesando, «fondò il proprio sistema produttivo essenzialmente sul lavoro degli schiavi e l’elemento servile costituì quasi il 30% della popolazione totale dell’Italia all’epoca della massima espansione dell’Impero».
Lo schiavo era a disposizione assoluta del proprio padrone, una merce produttiva: di norma veniva a tal punto vessato di lavoro in campi, fabbriche e cave da cercar
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