Sol Calero dà una nuova vita alle rovine
Un’installazione immersiva dell’artista venezuelana prende vita negli spazi di Francesca Minini

Fino al 6 maggio Francesca Minini presenta la prima personale in galleria di Sol Calero (Caracas, Venezuela, 1982). «Casa Encontrada» è il titolo del progetto espositivo pensato appositamente per questa occasione in cui l’artista, rimanendo fedele al proprio metodo, utilizza dipinti e oggetti come mobili e un pavimento a mosaico per creare un’installazione immersiva, che accompagna lo spettatore in un viaggio alla scoperta delle rovine di un luogo abbandonato.
Come si può (ri)scrivere la storia di luoghi che hanno cessato di esistere? Scavando tra ciò che resta, sembra essere la risposta di Calero. E mescolando insieme la molteplicità di informazioni che le opere suggeriscono, prendendosi il tempo per elaborarle e ripensando le cose in modi diversi.
L’artista crea installazioni site-specific che funzionano come spazi di aggregazione. Utilizza spesso opulenti tableau tridimensionali con i quali mette in scena situazioni diverse, da una scuola a una spa sino a un ufficio di cambio valuta. Le sue opere sono allo stesso tempo vibranti, luminose e giocose, mentre esaminano le sfumature politiche di temi come la rappresentazione culturale, l’identità nazionale, l’esotismo e l’emarginazione.
Il suo background venezuelano ha influenzato il suo interesse a guardare ai codici culturali e ai cliché del contesto latino-americano che proliferano e cambiano, così come al modo in cui i simboli visivi possono subire trasformazioni. La mostra conduce il visitatore in un nuovo spazio ritrovato, offrendogli la possibilità di osservare con altri occhi, aperti ad un’inedita lettura critica.