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Sms per Sibari

Silvia Mazza

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A due anni dall’esondazione del Crati, che aveva fatto sparire sotto tonnellate di acqua e fango il secondo sito archeologico d’Italia per dimensioni, sono a pieno regime tutti e sei i cantieri, avviati a partire dall’ottobre scorso e finanziati con 18 milioni di euro, per la riqualificazione dell’intero parco archeologico, con un nuovo edificio accoglienza e sistemazione dell’area di Parco del Cavallo, dismissione dei vecchi depositi e realizzazione dei nuovi, realizzazione del nuovo modulo «Ippodameo», impiantistica e finiture del nuovo già realizzato modulo «Wallach», sistemazione dell’area e degli edifici a Oasi di Casa Bianca.

In particolare, il direttore regionale Francesco Prosperetti (che ha fatto ricorso contro l’esclusione dalle nomine, alla vigilia di Natale, dei 12 direttori generali del Mibact) ci segnala, per il problema della falda acquifera sottostante al parco, «la buona risposta che sta dando la realizzazione delle trincee drenanti, che sfruttano tecnologie all’avanguardia». E per il Museo Nazionale della Sibaritide, di cui è in corso l’efficientamento energetico, «abbiamo in progetto anche il riallestimento integrale», ci anticipa il direttore Alessandro D’Alessio, subentrato dal 2 settembre scorso a Silvana Luppino mancata improvvisamente nell’aprile scorso.

A questo nutrito pacchetto di interventi si sommano, poi, per un totale di ben 27 milioni di euro, quelli, pure in itinere, della Provincia, per la messa in sicurezza dell’argine del fiume a ridosso del Parco, e quelli della Regione, in agro di Cassano e di Corigliano. Mentre, dunque, sono iniziati i lavori, seppure con ritardi che spiegano la corsa contro il tempo per chiuderli entro il prossimo 31 dicembre, come da agenda europea, non sono stati impiegati e nemmeno è ancora ben chiaro come saranno utilizzati, i fondi raccolti dal «Quotidiano della Calabria» con la campagna «Mai più fango-un sms per Sibari».

Il «contatore della solidarietà», sulle pagine del giornale, si è arrestato a poco più di 17mila euro e 18mila sono stati aggiunti alla fine dalla Fondazione Carical che ha garantito la trasparenza nella raccolta. L’iniziativa, infatti, era stata lanciata nel gennaio 2014 con toni fortemente critici nei confronti del Mibact per i ritardi proprio nell’avvio dei lavori, a cui si sarebbe sostituita la sensibilizzazione della società civile promossa dal giornale stesso, col sostegno di personalità come l’ex soprintendente archeologo della Calabria e di Pompei Pier Giovanni Guzzo o Salvatore Settis («trovo che l’iniziativa lanciata dal direttore Matteo Cosenza sia intelligente e opportuna (…). Il fatto di richiedere ai cittadini una contribuzione comunque non vuol dire che lo Stato deve abdicare alla sua funzione, ma che non sta facendo quello che dovrebbe»).

Di concreto, però, c’è stato solo, l’11 aprile scorso, a conclusione della raccolta, un evento-spettacolo tra il pomeriggio e la sera, con convegno nella mattinata. Singolare esperimento di crowdfunding nel Meridione, la raccolta, infatti, non è avvenuta tramite un portale web, ma solo via sms; non indicando un budget minimo al di sotto del quale il progetto risulti irrealizzabile, perché, in realtà, nella generica destinazione pro Sibari, non è stato individuato un obiettivo preciso.

Ci si sarebbe attesi, magari, il finanziamento di un intervento urgente che spiegasse il clamore mediatico della campagna lanciata contro la presunta latitanza del Mibact. Perché, qui, il punto non era la mancanza di fondi pubblici (ingenti, al contrario), presupposto del crowdfunding, ma i ritardi nel loro utilizzo. Alla fine sembra, invece, che queste somme saranno date in mano ai privati che si aggiudicheranno i servizi al pubblico del museo della Sibaritide (in fase di assegnazione anche quelli di altri siti in Calabria, nell’ambito del progetto di valorizzazione dei Beni culturali con 8 milioni di fondi europei), per «incrementarne le dotazioni», secondo quanto ci riferisce Prosperetti, nelle cui disponibilità sono state consegnate. Insomma, un crowdfunding in ritardo sui ritardi dello Stato e con obiettivi incerti.

Silvia Mazza, 16 febbraio 2015 | © Riproduzione riservata

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