Tina Lepri
Leggi i suoi articoliAci Castello (Catania). Nella Sicilia negata ai disabili (come in buona parte dell’Italia, dove soltanto 80 musei sui 4mila esistenti hanno percorsi Braille per ipovedenti), è stato istituito il primo itinerario archeologico subacqueo tattile per «Normodotati e diversamente abili». Si trova ad Aci Castello, in provincia di Catania, all’interno dell’Area marina protetta Isole Ciclopi, è nato dal sodalizio tra le archeologhe Teresa Saitta e Tiziana Fisichella e la Life Onlus di Catania, ed è patrocinato dalla Soprintendenza del Mare, dall’Università di Catania e dall’Area marina protetta Isole Ciclopi.
Il «museo sottomarino» è costituito da otto frammenti di ancore romane in ferro (dal I secolo a.C. fino al XV d.C.) e sette copie ceramiche di anfore romane. «Si tratta di un vero percorso tattile: l’itinerario è facile e sempre assistito da esperti accompagnatori in un fondale ricco di reperti», dice Carmelo La Rocca, istruttore di subacquea per disabili e titolare della Onlus Life (Life Improvement for Every Single Person). I reperti sono legati a una cima e il sub non vedente, guidato da un istruttore, trova lungo il percorso cartelli in Braille con la spiegazione dettagliata di ciò che sta toccando.
In Sicilia, per i disabili, il mondo dell’arte, la visita ai musei e alle aree archeologiche è comunque assai difficile. Mancano rampe, ascensori, percorsi per ipovedenti e non udenti. Tra i tanti esempi c’è Agrigento, dove è andato perduto un finanziamento di circa 600mila euro per l’accessibilità in parte del Museo Archeologico costruito nel 1967: per entrare nelle sale Telamone e Fazello, ricche di capolavori, i custodi, quando possono, sollevano le carrozzine. Peggio al Teatro Greco di Siracusa: tra i fondi bloccati dalla Ue per errori procedurali, documentazione carente o inviata a indirizzi sbagliati, ci sono 6 milioni e 200mila euro di cui una parte consistente era destinata a passerelle, pedane e pannelli per disabili all’interno del Parco archeologico della Neapolis. A Palermo impossibile per i disabili visitare le chiese di San Cataldo e la Martorana, parte dell’itinerario arabo normanno della città, sito Unesco dal 2015. Niente rampe mobili né ascensori, assenti percorsi tattili e audioguide.
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