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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliL’antica città di Alba Fucens, fondata dai Marsi e colonia romana dalla fine del IV secolo a.C., si protende verso la vallata del Fucino in un paesaggio aspro e selvatico accanto al paese di Massa d’Albe. Dall’anfiteatro tuttora integro, dove all’esterno affiora qualche minuscola porzione di pavimento a tasselli, si raggiunge la piazza d’Ercole attraverso un sentiero tra le erbe. È un sito dello Stato dove si entra senza filtri. Solo un pannello introduce al foro, al selciato e alle colonne e non c’è traccia di custodi. Cambierà?
Il decreto sui 75 «cantieri della cultura» firmato ai primi di agosto dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e dall’omologo alle Infrastrutture Graziano Delrio comprende un milione di euro per un progetto sul sito che, spiega un funzionario del Mibact che chiede di non essere citato, «vuole tra l’altro migliorare le informazioni al pubblico e rendere la visita più agevole senza stravolgerne il fascino selvaggio». I lavori devono compiersi nel triennio 2017-19.
Un milione è una cifra consistente secondo Emanuela Ceccaroni, archeologa della Soprintendenza dell’Abruzzo, anche se Alba Fucens ha necessità complesse. Quali? «Hanno bisogno di interventi la zona centrale e l’anfiteatro, perché a mille metri di altitudine le condizioni ambientali influiscono molto. Per questo i mosaici sul posto sono coperti e altri sono nei magazzini. Inoltre vediamo solo una piccola parte della città romana. Il resto o non è scavato o è sotto l’abitato ricostruito dopo il terremoto del 1915». Infatti il progetto «include le mura che vorremmo inserire in una visita più ampia». Infatti non bisogna anche pensare di più al pubblico?
«Certo, concorda l’archeologa, vogliamo creare pannelli informativi più puntuali, realizzare servizi igienici e attrezzature per disabili, una piccola struttura di accoglienza, sistemare il sentiero di accesso, ripristinare un gabbiotto per un giardiniere». L’ingresso senza controlli? «Ora non abbiamo personale di vigilanza. Ma lì un biglietto è complicato: alcuni terreni intorno al sito sono di privati».
Infine sempre la Ceccaroni informa che occorre decidere su un tesoro: «Ad Alba Fucens abbiamo recuperato centinaia di rari oggetti in legno, anche tavolette con scritte latine, pettini, trottole. Ben conservati, quei pezzi dovrebbero essere restaurati ed esposti».
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