Sempre più Frieze

Con poche gallerie dagli Stati Uniti e dal resto del mondo, la fiera chiude con un bilancio ampiamente positivo di vendite e di pubblico

«Untitled» di Jadé Fadojutimi (2022). Photo : ©Jadé Fadojutimi/Photo Mark Blower/Courtesy Gagosian
Giorgio Guglielmino |  | Londra

Frizzante, divertente, affollatissima e con opere di grande qualità, Frieze London, unitamente alla sorella Frieze Masters, si è rivelata una edizione di grande successo di pubblico e di vendite che certamente accorcia le distanze tra l’universo Frieze e quello di Art Basel il cui direttore globale Mark Spiegler si aggirava curioso e forse un po’ preoccupato per la concorrenza tra gli stand di Frieze London.

Affollatissima, dicevamo, in quanto l’organizzazione con una mossa non proprio corretta a pochi giorni dalla preview a invito di mercoledí 12 ottobre riservata a selezionati collezionisti e addetti ai lavori ha aperto on-line le vendite dei biglietti di ingresso (a 80 sterline l’uno). Il giorno della preview si è quindi trasformato in un grande evento «social» dove parte dei presenti piú che alle opere era interessata a scorgere Claudia Schiffer, Jared Leto e Maria Sharapova che si aggiravano tra gli stand.

D’altra parte però, già dal primo giorno, le vendite sono schizzate in alto. Il primo grande colpo si è avuto a Frieze Masters dove un’opera di Peter Brueghel il Vecchio é stata venduta dalla Galleria Van Haeften, a poche ore dall’apertura, per 10 milioni di dollari. Se questa é rimasta in assoluto l’opera piú cara passata di mano, il grosso degli acquisti è avvenuto a Frieze London nell’ambito del contemporaneo e non a Frieze Masters che quest’anno è forse rimasta un po’ seduta su sé stessa.

A Frieze London giá nella prima mattina la galleria David Zwirner metteva a segno diversi colpi di grande spessore: un lavoro di Kerry James Marshall a 6 milioni di dollari, una scultura di Carol Bove a 500.000 dollari e due dipinti di Oscar Murillo a 400.000 dollari ciascuno. La stessa galleria il secondo giorno ha venduto un Luc Tuymans a 2 milioni di dollari finito in una prestigiosa collezione americana.
Una scultura di Carol Bove da David Zwirner
Non da meno sono state le altre grandi gallerie. Una vendita di cui si è molto parlato è stata quella di un dipinto di non enormi dimensioni (cm 150 x 170) della 32enne Flora Yukhnovich venduto da Victoria Miro per 1,9 milioni di Euro. Tra le giovanissime, Jadé Fadojutimi , che di anni ne ha solo 29, ha fatto il sold out nello stand di Gagosian a lei interamente dedicato: 7 tele di grandi dimensioni tutte vendute il primo giorno a 500.000 dollari ciascuna. Tra i lavori sopra il milione, Hauser & Wirth ha venduto un Philip Guston a 4,8 milioni di dollari, Thaddaeus Ropac un Rauschenber a 1,8 milioni di dollari e Sprüth Magers un George Condo a 1,5 milioni di dollari.

Si unisce al gruppo anche Xavier Hufkens che ha venduto per 950.000 sterline un grande dipinto di Tracey Emin che nelle stesse ore vedeva andare all’asta da Christie’s un suo quadro di analoghe dimensioni intitolato «Like a cloud of blood» battuto per piú di due milioni di sterline. L’opera era stata consegnata a Christie’s dalla stessa artista per raccogliere fondi per finanziare il suo progetto di studios per giovani artisti a Margate.

Il grosso delle vendite si è comunque registrato nel segmento tra 100.000 e 500.000 dollari: Martha Jungwirth da Thaddaeus Ropac a 360.000 dollari, Rose Wylie da David Zwirner a 180.000 dollari, un neon di Tracey Emin da Lorcan O’Neill a 120.000 sterline, due sculture di Antony Gormley da White Cube a 450.000 e 500.000 sterline, Kenneth Noland da Pace a 450.000 dollari e una scultura di Louise Bourgeois da Xavier Hufkens a 400.000 dollari.
«Super Rough 2, Nose & green grass» di Rose Wylie (2021)
Frieze comunque non è una fiera solo per ricchi e super ricchi. Max Hetzler ha veduto due belle opere di Ida Ekblad a 12.500 dollari ciascuna, Xavier Hufkens ha venduto due opere su carta di Sterling Ruby a 14.500 dollari l’una e per 25.000 dollari erano acquistabili interessanti sculture di Karla Black e Klara Kristalova.

Per quanto riguarda la provenienza delle gallerie, poche le presenze extra Europa e Stati Uniti. Una interessante proposta veniva anche da una galleria del Guatemala: Proyectos Ultravioleta offriva a 42.000 dollari delle opere su tela di Vivian Suter; interessante anche Silverlens Gallery (Manila / New York) che ha venduto a due musei opere video di Martha Atienza a 45.000 dollari.

Nel complesso si è trattato di una fiera di successo dove Frieze London e le opere piú contemporanee hanno avuto la meglio sulla meno briosa Frieze Masters. Fugato anche il timore che Paris +, che si apre a ridosso della chiusura di Frieze, potesse rubare clienti e vendite. Frieze è uscita rafforzata da una edizione solida che ha certamente accontentato galleristi e collezionisti.

L’occhio sulla London Art Week 2022

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