Dalla serie «Africa Blues» (particolare) di Edoardo Delille e Giulia Piermartiri

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Dalla serie «Africa Blues» (particolare) di Edoardo Delille e Giulia Piermartiri

Sei italiani tra i finalisti del Sony World Photography Awards 2023

Edoardo Delille e Giulia Piermartiri, Noemi Comi, Fabio Bucciarelli, Bruno Zanzottera, Andrea Fantini: ecco i nomi degli italiani in gara

Francesca Petretto

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La World Photography Organization ha appena annunciato i nomi dei finalisti professionisti dei Sony World Photography Awards 2023; quello del vincitore (che riceverà un assegno di 25mila dollari) sarà reso noto il 13 aprile, mentre una selezione di lavori giunti alla fase finale sarà esposta alla Somerset House di Londra dal 14 aprile al 1 maggio. Con oltre 415mila immagini provenienti da più di 200 Paesi e 180mila partecipanti al solo concorso per professionisti, quest’edizione del premio passa alla storia non solo per i suoi eccezionali numeri ma anche per l’elevata qualità tecnica e la genialità degli approcci alla narrazione dei partecipanti.

I Sony Awards sono tra i concorsi fotografici più prestigiosi al mondo e quest’anno l’Italia vi vanta ben 6 finalisti in 4 diverse categorie di concorso: nella sezione Creative, troviamo Noemi Comi e il duo composto da Edoardo Delille e Giulia Piermartiri; in Landscape, Fabio Bucciarelli e Bruno Zanzottera, selezionato anche per la categoria Environment; infine, nella sezione Sport, Andrea Fantini.

Scopriamo insieme i progetti dei finalisti italiani.
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«Africa Blues» è il quarto capitolo di un progetto iniziato nel 2019 e scattato in diversi continenti da Edoardo Delille e Giulia Piermartiri, fotografi documentaristi che lavorano per importanti testate nazionali ed internazionali e che qui si concentrano su questioni legate al cambiamento climatico: seguendo i dati sul clima dell’ONU, hanno individuato e fotografato alcuni luoghi simbolo per provare a immaginare quale ne sarà il paesaggio alla fine del secolo. Questo capitolo, realizzato in Mozambico, «è un racconto immersivo in un futuro possibile, spiegano gli autori. In un gioco di sovrapposizioni, le foto mostrano quegli stessi luoghi che abbiamo visitato, drasticamente modificati dalla crisi climatica. Il risultato sono delle immagini che ci proiettano in un futuro che non sembra più così distante. Una metamorfosi lenta, ma progressiva, destinata ad intensificarsi».
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La fotografa Noemi Comi s’interessa «di tutto ciò che è nascosto, che appartiene a mondi non reali o ultraterreni»,definendo i suoi lavori «una documentazione paradossale dell’invisibile». «Lupus Hominarius» è una ricerca che esplora le sue radici, rappresentando in chiave pop miti e leggende legate ai Lupi Mannari in Calabria, come spiega l’autrice: «Le leggende sono per lo più racconti in cui le donne rivestono ruoli marginali, proprio perché molto spesso nati dal tentativo di infondere terrore e impedire loro di uscire di casa. L’idea è stata quella di realizzare una sorta di viaggio antropologico che, grazie alla creazione di immagini ambigue e a tratti inquietanti, potesse mettere in luce le ripercussioni che tali leggende hanno avuto nella società contemporanea».
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Bruno Zanzottera presenta «Nomadland» e «Cartoline dall’Afghanistan», due serie di un unico lavoro sul nomadismo nel XXI secolo portato avanti con l’antropologa Elena Dak e con focus sulla popolazione afghana dei Kuchi di etnia Pashtun (nonché sugli orizzonti di una terra tanto afflitta quanto meravigliosa) per studiare che tipo di impatto abbiano avuto sulla sua vita 40 anni di guerra e siccità. «Nomadland» è il racconto diretto delle affascinanti vite di donne e uomini tenaci al cambiamento, mentre «Cartoline dall’Afghanistan» è un reportage realizzato in diverse province della nazione, «una serie di cartoline di un Paese che ha una gran voglia di vivere, a dispetto del dispotismo di un regime che non pensa di aver a che fare con il governo di un popolo, bensì con il dominio dello stesso», spiega l’autore.
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Fabio Bucciarelli è un fotografo, giornalista e autore noto per le sue documentazioni di conflitti e conseguenze umanitarie della guerra; crea immagini che riflettono il suo impegno e la sua empatia con la storia, concentrandosi sui diritti umani. Il suo «Loss and Damage» è uno studio sul Sud Sudan, «il Paese più giovane del mondo, afflitto da violenze politico-etniche e da un’instabilità cronica, spiega Bucciarelli. Sin dalla sua indipendenza dal Sudan nel 2011, sta vivendo massicce inondazioni per il quarto anno consecutivo (...) Due terzi del Paese sono attualmente colpiti da inondazioni. Secondo l'UNHCR, quasi un milione di persone è costretto a fuggire dalle proprie case in cerca di cibo e riparo: nel 2023 ca. 7,8 milioni rischiano di soffrire la fame a causa di inondazioni, siccità e conflitti. La crisi climatica sta portando al collasso un Paese già altamente vulnerabile».
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Andrea Fantini vive tra l’Italia e la Spagna, e alterna da tempo l'attività di ricercatore universitario a quella di fotografo, divulgatore e giornalista free-lance. Il suo lavoro fotografico si concentra da sempre sulla relazione che intercorre tra umanità e natura, ma anche sui modi con cui le comunità umane si riconoscono e rappresentano. Di qui l’attenzione per il gioco e gli sport popolari, intesi come genuina espressione delle comunità: «Spero che il mio lavoro “Mundialito” possa promuovere quest’idea originaria di sport, richiamando inoltre l’attenzione sulla resistenza culturale e politica delle popolazioni indigene e sulla lotta di chi difende il preziosissimo ecosistema amazzonico».

Oltre ai già citati finalisti, tra gli shortlisted troviamo altri otto italiani: Alessandro Cinque, Valentina Fusco, Tommaso Sacconi, Simone Tramonte, Alessandro Mallamaci, Francesco Merlini, Giuseppe Carotenuto e Nicola Zolin.

Dalla serie «Mundialito» di Andrea Fantini

Dalla serie «Loss and Damage» di Fabio Bucciarelli

Dalla serie «Landscape» di Bruno Zanzottera

Dalla serie «Lupus Hominarius» di Noemi Comi

Dalla serie «Africa Blues» di Edoardo Delille e Giulia Piermartiri

Francesca Petretto, 01 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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