Sei generazioni di antiquari romani in 190 anni di attività

L’erede Giovanni Carboni ripercorre le vicende e il gusto dell’attività familiare

Vaso in porcellana cinese di epoca Kangxi montato nel ’700 in Francia in bronzo dorato e con due figurine in porcellana Meissen
Francesca Romana Morelli |  | Roma

Si possono ripercorrere tratti importanti dell’antiquariato internazionale dalla seconda metà dell’Ottocento attraverso la dinastia antiquaria Carboni: sei generazioni in 190 anni di attività, a cominciare dal capostipite Francesco Simonetti (1795-1861), argentiere e orefice durante lo Stato Pontificio.

Dal 4 al 29 dicembre, l’erede Giovanni Carboni ripercorre le vicende e il gusto dell’attività familiare nella mostra «Simonetti-Goffi-Carboni Antiquari dal 1828»: una sessantina di pezzi, tra oli, mobili, porcellane e altri oggetti delle proprie raccolte, ma anche fotografie d’epoca e documenti come la patente commerciale per lo svolgimento dell’«Ars Aurifica et Argentaria», concessa a Simonetti il 25 maggio 1828. Il vero cardine della famiglia è il trisavolo Attilio Simonetti (1843-1925), che studia arte: la svolta avviene con la conoscenza dell’artista catalano Mariano Fortuny, di cui
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Francesca Romana Morelli