Seguaci di Christo seguaci dell’arte?

Franco Fanelli |  | Lago d'Iseo

Che cosa cercano le moltitudini che si accalcano sul Lago d’Iseo? L’emozione adrenalinica dell’«io c’ero» (documentata da mitragliate di selfie), l’«essere parte» del rito, la «comunione eucaristica» con l’Arte con l’a maiuscola? O un’insolita divagazione festaiola, una fuga dalla noia quotidiana?

Le moltitudini che, sulle orme di Christo, hanno camminato sulle acque del Lago d’Iseo (dal 18 giugno al 3 luglio) non sono che il culmine di una rivoluzione nella quale, illuminata da un «pensiero debole», l’arte contemporanea da noioso e odioso fenomeno di nicchia si è aperta al popolo. Stavolta non è soltanto quello che si accalca alle Biennali di tutto il mondo e che infastidisce i galleristi impegnati a scucire milioni dalle tasche dei collezionisti alle fiere. 

Facciamo un passo indietro. Che le cose stessero cambiando lo capì piuttosto in fretta Francesco Bonami, che nel 2003 intitolò la Biennale di
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