Se questa è crisi: 175 milioni e il mercato vola

Il primo semestre di 25 case d’asta italiane: aumentano i fatturati con risultati di gran lunga migliori rispetto anche al periodo pre pandemia

«San Cassiano vescovo» e «San Cassiano martire» di Andrea De’ Passeris (1491) venduti da Il Ponte per 118.750 € (stima 62-68mila)
Michela Moro |

«La trasformazione che abbiamo vissuto nell’ultimo anno rappresenta una nuova normalità. Alimentati dalle nostre innovazioni digitali siamo stati in grado di continuare a funzionare con sicurezza e senza soluzione di continuità in tutto il mondo durante la pandemia. A questo punto dell’anno le nostre vendite totali stanno superando i livelli pre pandemia. Questo ci dà grande fiducia che i mercati delle belle arti e del lusso siano sani e forti nella seconda metà del 2021»: così scrive Charles Stewart, ceo di Sotheby’s, nella lettera inviata recentemente ai collezionisti, descrivendo una situazione pressoché simile a quella del mercato italiano.

Le case d’asta che operano in Italia, fatte le debite proporzioni e con volumi d’affari diversi da quelli internazionali, hanno compiuto lo stesso tipo di percorso, e lo dimostrano i risultati delle aste del primo semestre del 2021. Come sempre è una panoramica fluida, in quanto non tutti gli attori dell’incanto sono costanti nel fornire i propri dati, ma la fotografia è chiara: al netto di chi, 6 case d’asta, non era presente nel 2020, 17 tra le 25 case che hanno fornito i dati del semestre risultano in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e solo 2 registrano una leggera perdita.

Se Pandolfini è la prima della lista con quasi 9 milioni in più rispetto al primo semestre dello scorso anno (e superando di fatto il fatturato totale del 2020, pari a 23.137.500), Cambi, Il Ponte, Finarte, Studio Martini, Blindarte, Colasanti e Vincent hanno raddoppiato, a volte triplicato i propri risultati rispetto al 2020. Ma la soddisfazione aleggia ovunque, anche quando le crescite non sono state epocali. Perfino Fondaco, ultima arrivata sulla scena e quindi meno conosciuta, registra un «+» rispetto allo scorso anno.

Il dato interessante è la somiglianza con l’andamento descritto da Stewart di Sotheby’s: il totale, per quanto imperfetto, è di 175.489.882 euro, contro un risultato del 2020 di 93.436.615 euro, quindi ben +82.053.267 euro rispetto al 2020, e comunque +14.733.411 euro rispetto al 2019, anno pre pandemico.

L’attività di collezionisti e venditori è stata senza sosta: sono state esitate 349 aste, con le vendite online ormai parte imprescindibile del processo. Possono avere modalità differenti, ma è certo che non si tornerà più indietro e presto non si faranno distinzioni. Il dipartimento più solido è come sempre Arte Moderna e Contemporanea, anche se curiosamente tra i top lot è presente molta Arte Orientale, sotto forma di vasi di porcellana e sigilli di giada da Pandolfini, Cambi e Finarte.

Roman Opalka da Sotheby’s guida la classifica degli artisti, seguito da Giorgio Morandi, presente sia da Sotheby’s sia da Farsetti; la casa d’aste di Prato aggiudica anche Gino Severini e Afro. Pananti propone Emilio Isgrò, Christie’s Pino Pascali, Studio d’Arte Martini Christo e Hermann Nitsch, e Mediartrade Georges Mathieu, mentre Alighiero Boetti sorpassa Il Ponte da Boetto. I Gioielli e gli Orologi registrano cifre importanti: da Wannenes il Rolex Daytona è top lot del periodo, seguito da quelli di Bertolami e Meeting Art, ottimi i solitari di Curio e Maison Bibelot e le perle di International Art Sale.

Il dinosauro di Cambi è nella parte alta della classifica; altri oggetti da amatori sono il Corsaletto da Corazziere di Czerny e la bacchetta da direttore d’orchestra di Gioachino Rossini da Gonnelli, insieme con la Storia naturale degli Uccelli e una preziosa mappa secentesca dell’Islanda, senza dimenticare l’Alfa Romeo Alfetta GT da Finarte. Il Design è presente con Fontana e Borsani da Capitolium e con Flavio Poli da Colasanti. Bene anche i dipinti antichi di Bertolami, Il Ponte, Blindarte, Gonnelli e Vincent, i fumetti si trovano da Art-rite con Andrea Pazienza e Vincenzo Sparagna.

La poliedricità è sempre stata una delle caratteristiche del collezionismo italiano, che ama il bello e il nuovo in tutte le forme, antiche e contemporanee, e che si sta addentrando anche nel mercato dell’arte digitale, cui Cambi per prima ha dedicato un’asta tutta Nft.

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