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Scultura a fior di pelle

Daniela Vartolo

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Giuseppe Penone al Mart e nella Reggia

Dal 19 marzo al 26 giugno il Mart dedica un’antologica a Giuseppe Penone (Garessio, 1947) incentrata sulla sua scultura. Fin dagli esordi l’artista piemontese articola la sua ricerca su due versanti: da un lato l’universo naturale, con cui ha ricercato sempre un’interazione fisico-emotiva, in particolar modo con il mondo vegetale, dall’altro l’indagine focalizzata sulla percezione, cercando di visualizzare la soglia tra la superficie del suo corpo e lo spazio reale. Il suo intero lavoro diviene una continua riflessione sul tempo e la sua scultura si trasforma in un’opera in fieri (come nella serie «Trattenere...»).

«Le opere in mostra sono testimonianze della pratica della scultura come origine e definizione dello spazio dell’opera, come pelle del mondo, come contatto tra natura e gesto, come soglia tra lo spazio e il tempo del lavoro artistico», spiega Gianfranco Maraniello, direttore del museo e curatore della mostra. La natura per Penone, tra i protagonisti nel nucleo storico dell’Arte povera, non è una madre matrigna da dominare, ma un insieme di fenomeni a misura d’uomo. Il corpo dell’artista e la natura sono entità in rapporto reciproco, studiate nel loro reciproco contatto (pressione, impronta), come momento originario della pratica artistica.

Nella mostra «Giuseppe Penone. Scultura» sono esposte una cinquantina di opere: alcune riletture di lavori storici realizzati negli ultimi vent’anni e una decina di inediti (come la serie «Corteccia» iniziata negli anni Ottanta, raffigurante i ritratti del figlio e della figlia dell’autore). Rendere visibile il rapporto con l’invisibile tramite l’atto scultoreo è la sfida dell’artista, che si sposa perfettamente con il nuovo allestimento del Mart, volutamente in forte connessione con l’architettura, che privilegia gli spazi aperti e la luce naturale. Il rapporto tra opera e ambiente è indagato dall’installazione «Spazio di luce» (2008) ancorata alle scale del museo, posizionata per la prima volta in verticale e da «Sigillo» (2012), una sorta di tappeto marmoreo (1980x405 cm) srotolato al secondo piano. Il catalogo, edito da Electa, contiene saggi critici del curatore e di Alain Fleischer.

Dal 22 marzo Penone è di scena con 7 opere anche nelle restaurate Grotte del Parco basso dei Giardini della Reggia di Venaria, in continuità di «dialogo» con le altre sue imponenti installazioni già presenti nel Giardino delle Sculture fluide. 

Daniela Vartolo, 18 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

Scultura a fior di pelle | Daniela Vartolo

Scultura a fior di pelle | Daniela Vartolo