Roma Arte in Nuvola: la Capitale ritorna fiera di sé
Le gallerie rispondono alla chiamata del patron Alessandro Nicosia: «questa è una fiera-mostra che permette un’immersione nell’arte moderna e contemporanea, e nella ricerca di singole individualità»

«Abbiamo riempito un vuoto», dice Alessandro Nicosia, promotore e direttore generale di Roma Arte in Nuvola, fiera d’arte moderna e contemporanea che si svolge dal 18 al 21 novembre presso il Centro congressi La Nuvola all’Eur. Sono 130 le gallerie che hanno risposto all’appello del navigato imprenditore di eventi espositivi dei grandi nomi e dei grandi numeri. Al primo piano dell’edificio progettato da Massimiliano Fuksas si dispongono le 50 gallerie specializzate in arte moderna, al secondo troveranno sede gli stand delle 80 gallerie di arte contemporanea.
Tutto intorno, le oltre trenta mostre o singole grandi opere degli artisti della sezione Progetti speciali: «È il piatto forte della fiera-mostra, spiega il patron, questa infatti non è solo una fiera, ma un ibrido, che permette un’immersione totale nell’arte moderna, nell’arte contemporanea e nella ricerca artistica di singole individualità. Chi entra nella Nuvola, deve uscire felice. È quindi una fiera, è una grande mostra, ma è anche una festa. Tra gli exhibit c’è il “Labirinto” di Kounellis, due arazzi di Sironi degli anni ’30 che dialogano con tre grandi dipinti di Giuseppe Gallo. All’esterno il pubblico è accolto da una grande quadricromia di Lothar Götz sulle vetrate, e all’interno incontra i sette metri di un fulmine a base di neon di Patrick Tuttofuoco, e poi mostre e opere di Paolo Grassino, Gregorio Botta, Arthur Duff, Igor Mitoraj, ma soprattutto dello stesso Fuksas, che presenta in una mostra a sé i disegni del progetto della Nuvola, tra cui l’opera con cui abbiamo creato il logo della fiera».
Fuksas è stato tra i relatori alla presentazione stampa della fiera.
Sì, ce lo siamo trovato amico e complice, è suo auspicio infatti che la Nuvola non si limiti a essere un centro congressi, ma si specializzi in grandi eventi, proprio come la fiera.
Come definirebbe la sua creatura?
Diversa. È una fiera che si distingue dalle altre grandi fiere del Nord, con cui non voglio assolutamente entrare in competizione, ma in rapporto di diversità. È stata questa una delle mie priorità, condivise con la direttrice artistica Adriana Polveroni, che ha fatto un lavoro eccellente, aiutata in questo da Valentina Ciarallo. I talk organizzati dalla Polveroni, ad esempio, saranno diretti a definire le specifiche qualità di Roma come città del contemporaneo. Avremo poi uno sguardo su un Paese amico, Israele, nazione ospite di questa fiera, che presenta, in un’isola espositiva curata da Ermanno Tedeschi e Vera Pilpoul, le opere di 17 artisti israeliani dei nostri giorni. Ci sono quattro premi, e poi il conforto di sponsor come Terna, Jaguar, Intesa Sanpaolo, Poste italiane, Acea e la Rai, che avrà una postazione in diretta all’interno della fiera.
A Roma manca una fiera d’arte contemporanea da 11 anni. Come ha risposto il mondo dell’arte all’idea di ripristinare un appuntamento di questo genere?
Mi hanno dato del pazzo, e forse avevano ragione, ma un pazzo che ha buone idee. Per pensare a una fiera in mezzo a una pandemia e a una grande crisi per le gallerie e in genere per le fiere, ci vuole coraggio. Ma la risposta è stata entusiasta da parte di molte gallerie di arte moderna e molte di arte contemporanea. L’elenco è lungo: Contini, Forni, Tornabuoni, Robilant+Voena assieme a Sperone, Mazzoleni, Paludetto, Maab, Rizzo, Menhir, Raffaelli, Sales, Ex Elettrofonica, Frittelli, le due Bonomo, Mucciaccia, G7, Russo, Gilda Lavia...
C’è una formula segreta dietro questa fiera?
Forse sì. A principiare dalla sede strepitosa, la Nuvola, e poi la città, che non è un freno ma un plusvalore, per la sua bellezza e perché negli ultimi dieci anni, grazie ai grandi musei, è molto cresciuta nel contemporaneo. Poi forse ha svolto un ruolo il mio essere siciliano di nascita, cioè testardo e predisposto alle sfide difficili.
Che cosa si aspetta da questa fiera?
Che all’uscita ci si chieda quando si terrà la prossima edizione. Io ho firmato con Eur Spa per cinque anni!
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