Redazione GDA
Leggi i suoi articoliRoma. Dal 14 aprile al 29 maggio al Macro Testaccio si tiene la settima edizione del Premio biennale Fondazione VAF, a cura del comitato scientifico dell’istituzione, composto da Martin Engler, Volker Feierabend, Lóránd Hegyi, Silvia Höller, Norbert Nobis, Peter Weiermair e Klaus Wolbert, e promossa da Roma Capitale. Sono presentati i lavori dei quindici finalisti: Michele Bubacco (1983), Ottavia Castellina (1977), Alice Cattaneo (1976), Paolo Chiasera (1978), Michael Fliri (1978), Chiara Fumai (1978), Hilario Isola (1976), Andrea Mastrovito (1978), Davide Monaldi (1983), Valerio Rocco Orlando (1978), Gianni Politi (1986), Luigi Presicce (1976), Roberto Pugliese (1982), Alice Ronchi (1989) e Mona Lisa Tina (1977).
«Assegnato ad artisti italiani under 40, il premio è stato pensato come un ponte tra i nostri Paesi e quelli di lingua tedesca e allo stesso tempo prosegue l’antica tradizione di confronto tra le ricerche degli italiani e i tedeschi, spiega Volker Feierabend, promotore della Fondazione VAF. Dopo una prima presentazione di un centinaio di candidati, diversi viaggi in Italia per visionare i lavori degli artisti, alla fine, alla fine con una procedura di voto abbiamo individuato i finalisti». I linguaggi espressivi delle opere vanno dalla pittura all’installazione, dal video alla fotografia. Si segnalano il video di Fliri «I Pray I’m A False Prophet» (2015), la videoinstallazione di Isola «I mani» (2016), una composizione audio di Pugliese «Quintetto» (2016), le performance di Presicce «La gloria del mondo» e di Mona Lisa Tina «Obscuratio» (2008).
Durante l’inaugurazione della mostra a Roma, la giuria, composta dagli stessi curatori, conferirà un premio di 15mila euro, oltre ad acquisire l’opera del vincitore per la Fondazione. Dalla scorsa edizione sono assegnati anche due premi di riconoscimento di 5mila euro ciascuno. Dopo la presentazione romana, la mostra si trasferirà alla Stadtgalerie di Kiel (10 giugno - 28 agosto) e alle Kunstsammlungen di Chemnitz (10 novembre -12 febbraio 2017).
Articoli precedenti
Al MoMA la retrospettiva della pioniera della performance che si vorrebbe rivedere più volte
Documenti dell’Archivio di Stato di Ancona li rappresentano nel contesto storico del regime fascista
Le due importanti città-stato etrusche sono gemellate idealmente da ieri
La nuova mostra dell’artista canadese negli spazi di Basement Roma trasforma lo spettatore in un «personaggio giocante» di un videogame