Roberto D'Agostino: il pc è più importante di Picasso

«Non le idee, ma gli oggetti, dalla pillola allo smartphone, hanno cambiato l’uomo. E oggi i migliori artisti sono quelli che usano le nuove tecnologie»

Roberto D'Agostino a tavola con il suo staff nella sala da pranzo della Oxford Union Society, dopo aver tenuto la conferenza intitolata «History of Now». Foto Claudio Porcarelli
Michela Moro |

Roberto D’Agostino invitato a tenere una lectio magistralis a Oxford: è un evento che nessuno si sarebbe immaginato quando, nel 2000, il giornalista romano attivò il sito Dagospia, che lui definiva «un bollettino d’informazione» ma considerato, tra curiosità e perplessità, scandalistico e denso di pettegolezzi, un’eresia del giornalismo. Invece era il classico «nemo propheta in patria»: l’attendibilità e l’unicità di Dagospia, punto di riferimento della comunicazione a cui tutti, in primis politici e giornalisti, guardano quotidianamente, vent’anni dopo hanno portato D’Agostino alla prestigiosa Oxford Union Society dove il suo intervento «History of Now» è stato seguito con grande interesse, riscattandoci dalla poco brillante performance di Beppe Grillo, unico predecessore italiano invitato a esprimersi sullo stesso tema.

Com’è stato parlare nel più classico dei luoghi del
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