Riparte l’Expo Chicago al Navy Pier
La nona edizione della fiera americana, che raduna centoquaranta gallerie da tutto il mondo, prevede un ricco programma artistico durante l’art week

Dopo rinvii ed edizioni online, Expo Chicago torna a Navy Pier, dal 7 al 10 Aprile, con 140 gallerie provenienti da 25 paesi del mondo.
In due anni tanti sono stati i cambiamenti e le integrazioni nel modello di business delle fiere d’arte di cui alcuni sono destinati a perdurare.
Di questo e di altri temi abbiamo parlato con il direttore della fiera di Chicago, Tony Karman, che da subito dichiara:
«Expo Chicago è pronta ad accogliere nuovamente il mondo al Navy Pier. Sento fortemente che i collezionisti, i curatori e gli appassionati sono ansiosi di riprendere a visitare gallerie, mostre o fiere d'arte e non vedo un calo d’interesse. Tuttavia, negli ultimi due anni, l'industria ha abbracciato nuove opportunità digitali e questo cambiamento fondamentale ha imposto nuovi modi sia per le fiere che per i commercianti di connettersi ai loro collezionisti. Quest'anno integreremo l'esposizione con Expo chicago Online che aprirà il 5 aprile».
Expo Chicago si caratterizza da sempre per una dimensione contenuta, ma non per questo meno interessante a curata, come ci racconta ancora il suo direttore:
«Oltre alla nostra straordinaria lista di espositori partecipanti, siamo orgogliosi di essere riconosciuti per aver ideato una programmazione acclamata dalla critica. I nostri programmi principali sono “Curatorial Forum & Exchange”, “/Dialogues” e il nostro inaugurale “Directors Summit” che riunisce i principali direttori di musei a Chicago per offrire una visione pubblica e critica sulle questioni che i musei e la leadership dei musei stanno affrontando oggi. Ognuna di queste iniziative, come molte altre, fornisce importanti opportunità per i direttori dei musei, i curatori, i collezionisti, gli artisti e i commercianti per riunirsi a Chicago oltre che una serie di mostre concomitanti in tutta la nostra città».
Fra gli ospiti più attesi del summit dei direttori anche la nuova presidente del National Endowment for the Arts, Maria Rosario Jackson, Koyo Kouoh, curatore capo e direttore esecutivo dello Zeitz MOCAA e Hans Ulrich Obrist, direttore artistico delle Serpentine Galleries Londra. Ricco è il programma di iniziative e mostre legate alla fiera e all’art week.
«L'obiettivo della fiera è sempre stato quello di galvanizzare la comunità creativa della città di Chicago e fornire una struttura che porti curatori internazionali, collezionisti e appassionati d'arte a sperimentare tutto ciò che la città ha da offrire»ci conferma Kramer.
Del resto Chicago è caratterizzata da un’ offerta straordinaria in termini di musei, di opere d’arte pubblica sparse per tutta la città, come l'iconico «Cloud Gate» di Kapoor presso l’AT&T Plaza, nel Millennium Park, o lo «Standing Beast»di Dubuffet davanti al James R. Thompson Center.
«Un motto di Chicago è “la città che funziona”» afferma Kramer che aggiunge:«credo che questo indichi la volontà di collaborare dei nostri leader cittadini, culturali e istituzionali. Continuiamo a beneficiare di questo spirito di cooperazione e con Expo Chicago come punto di riferimento, Expo Art week continua a crescere in portata. Dato che Chicago è stata la prima città del Nord e Sud America ad ospitare una fiera d'arte internazionale, la nostra comunità culturale ha dimostrato un grande orgoglio per l'esposizione. Rimaniamo sempre consapevoli del fatto che dobbiamo essere al servizio della comunità artistica locale così come della comunità artistica globale».
Non sorprende quindi il numero e il livello delle mostre che accompagnano l’art weekend, come quella dedicata al movimento Africobra al The Peninsula Chicago (al centro anche di un panel di /Dialogues), quella con le visioni cosmiche di Theodora Allen al The Driehaus Museum, e al The Art Institute of Chicago, il progetto immersivo del pittore giapponese Senju che accompagna l’ampia personale dedicata a Igshaan Adams. Al Museum of Contemporary Art Chicago troviamo invece le personali di Caroline Kent, Alfredo Jaar e Bani Abedi, mentre il centro Mana Contemporary presenta una serie pressoché sconosciuta di serigrafie di Michael Heizer. La collettiva «Skin in the Game» esplora il tatto, la trasmissione e la pelle tramite il lavoro di artisti noti come Derrick Adams, Nicholas Galanin, Camille Henrot, Kennedy Yanko e Theaster Gates, che a Chicago è nato e ha fondato Arts Bank, uno spazio artistico che vuole offrire nuove opportunità creative nel quartiere problematico del South Side.
A celebrare la nona edizione della fiera, anche un'esclusiva edizione di stampe di Derrick Adams, mentre Nick Cave presenta un progetto pop-up visibile lungo la Chicago Riverwalk. Sempre legate ad una dimensione pubblica anche alcune delle sezioni speciali, fra cui «Override | A Billboard Project» in cui la pubblicità nei cartelloni digitali viene sostituita da opere contemporanee di artisti locali e internazionali. «IN/SITU», curato Marcella Beccaria (Curatore Capo e Curatore delle Collezioni al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea) prevede sculture dinamiche su larga scala, performance, video, film, realtà virtuale e opere site-specific installate sia all'interno della Navy Pier's Festival Hall, che nei parchi della città.
Rivolgiamo infine un’ultima domanda a Tony Karman circa quali siano le aspettative e gli obiettivi per questa edizione: «Il primo traguardo è far sì che finalmente la fiera abbia luogo. Abbiamo aspettato più di due anni per dare il “benvenuto al mondo” in una nuova fascia del calendario delle fiere d'arte internazionali. Abbiamo intenzione di rimanere in questo slot per molti anni».
