Rimane il «massimo ribasso»

Edek Osser |  | Roma

Il nuovo Codice degli appalti e i beni culturali: sono ancora possibili modifiche e aggiunte per evitare i rischi per la qualità dei progetti

Il nuovo Codice degli appalti pubblici è stato approvato il 3 marzo scorso dal Consiglio dei Ministri dopo una lunga, tormentata gestazione. Non è ancora in versione definitiva: la legge dovrà passare alla Conferenza Unificata e quindi al vaglio del Consiglio di Stato. Il via definitivo verrà dalle Commissioni parlamentari competenti. Bisognerà fare in fretta: infatti l’approvazione dovrà avvenire entro il 18 aprile pena la decadenza della delega al Governo. Tra le novità più evidenti è la creazione del «Capo III», sette articoli (dal 145 al 151) dedicati agli «Appalti nel settore dei beni culturali», nel precedente Codice neppure nominati. 

Intorno a questa legge, che riguarda tutti gli appalti pubblici, gli interessi in gioco sono enormi e radicali i cambiamenti
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