Restaurato il Mauriziano vagheggiato dall’Ariosto
A Reggio Emilia si sono conclusi gli interventi che hanno interessato la Villa e il parco grazie al «Progetto nazionale Ducato Estense»

Si sono conclusi i lavori di riqualificazione della Villa e del parco del Mauriziano, dimora costruita a partire dal XV secolo per l’influente famiglia reggiana Malaguzzi cui apparteneva Daria, madre di Ludovico Ariosto (1474-1533).
Il poeta di corte degli Este visse qui in vari periodi dall’infanzia alla maturità, dedicandovi anche importanti versi della sua «IV Satira»: «Già mi fur dolci inviti a empir le carte / li luoghi ameni di che il nostro Reggio, / il natio nido mio, n’ha la sua parte. / Il tuo Mauricïan sempre vagheggio, / la bella stanza, il Rodano vicino, / da le Naiade amato ombroso seggio, / il lucido vivaio onde il giardino / si cinge intorno, il fresco rio che corre, / rigando l’erbe, ove poi fa il molino».
Inserito in un ampio parco, il Mauriziano è stato recuperato con 700mila euro nell’ambito del «Progetto nazionale Ducato Estense». I lavori, affidati a Maria Montanari e per la parte dei dipinti a Giorgio Adelmo Bertani, Fabio Bevilacqua e alla ditta di Padova Rws, sono partiti dall’Arco monumentale di accesso realizzato nel tardo ’500 probabilmente da Orazio Malaguzzi.
La riqualificazione del parco ha visto il posizionamento di alberi, corpi illuminanti, siepi e labirinti arborei a rievocare i giardini cinquecenteschi. Il restauro dei tre Camerini dell’Ariosto, dopo un intervento di urgenza che nel 2017 fissò la pellicola pittorica a rischio distacco, è stato il lavoro più complesso.
Di circa 16 metri quadrati l’uno, vennero commissionati da Orazio Malaguzzi nel 1567-68 e decorati con pitture a secco su intonaco a calce raffiguranti scene amorose, di caccia, paesaggi (lo stesso Mauriziano com’era in origine) e figure di letterati e poeti quali Gabriele Bombasi, Boccaccio, Matteo Maria Boiardo e Ariosto stesso. La maggioranza degli studiosi li assegna all’ambito o a un seguace del modenese Nicolò dell’Abate. I restauratori hanno consolidato gli strati di supporto, rimosso l’ossidazione ed eseguito il descialbo degli strati pittorici incongrui, attività che hanno rimesso in luce vari dettagli.