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Resi pazzi dalla guerra

Isabella Reale

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Un toccante dipinto nella Galleria Copetti

Situata nell’antico borgo di Mercatovecchio, la galleria Copetti è colma di classici dell’arte antica e moderna friulana: da esempi di intaglio ligneo a dipinti e sculture di Carneo, Zigaina, Mirko Basaldella e molti altri. Copetti Antiquari è stata fondata nel 1982 da Giorgio Copetti, oggi affiancato dal figlio Ernesto; il recente ampliarsi dei loro interessi si deve anche all’assidua presenza in fiere importanti, dalle Biennali d’Arte Antica di Roma e Firenze al Brafa di Bruxelles.

Costante la passione per la scultura, trattata dal frammento archeologico alla fusione unica, dal capitello cinquecentesco e medievale ai bronzi di Manzù e Mascherini. Sempre più frequentemente la Galleria si occupa di pittura del Novecento italiano, da Sironi a Rosai, da Santomaso a Corpora, con incursioni nel contemporaneo.

Nello stand allestito nell’ultima edizione di ArteFiera a Bologna spiccavano giovani scultori come Matteo Baroni (1977), Matteo Lucca (1980) ed Edi Carrer (1974). Non vanno inoltre dimenticate le incursioni nella fotografia con il goriziano Roberto Kusterle, proposto da Copetti a Milano nell’ultima edizione di Mia Photo Fair.

Ad accoglierci in galleria in questi mesi è il grande olio su tela «La madre del pazzo» (1932) di Ettore Beraldini. Formatosi all’Accademia di Verona sull’onda di un realismo influenzato dal «nuovo» accento sentimentale che spirava da nord a inizio Novecento, l’artista guarda al veneziano Silvio Rotta, all’attenzione per i deviati e i derelitti. Questo dipinto, però, si carica di una disperazione nuova e più intensa, che segna il primo dopoguerra. L’impatto emozionale è forte, specialmente nel muto colloquio tra medico e madre: uno scorcio di fragile umanità ambientato nel cortile del manicomio provinciale di Verona, colto dal vivo con il ritratto di spalle dell’allora direttore Umberto Meneghetti. Alla luce dei recenti studi sui cosiddetti «scemi di guerra», la cui tragedia riemerge dal forzato oblio del Ventennio, tale dipinto documenta il dramma di quell’esercito di 1.065 soldati, la cui mente non resistette agli orrori della guerra, che tra il 1915 e il 1922 si riversò nel manicomio di Verona.

Isabella Reale, 04 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

Resi pazzi dalla guerra | Isabella Reale

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