Referendum costituzionale e patrimonio culturale, le ragioni del «no» e del «sì». Intervista incrociata a Salvatore Settis e a Giuliano Volpe

Salvatore Settis e Giuliano Volpe
Silvia Mazza |  | Roma



A pochi giorni dal referendum confermativo del 4 dicembre con cui si chiede ai cittadini di approvare o respingere la riforma della Carta costituzionale promossa dal Governo, la cosiddetta riforma Renzi-Boschi, contenuta nella legge costituzionale approvata dal Parlamento il 12 aprile 2016, abbiamo chiesto, con un’intervista incrociata, di illustrare le implicazioni che la riforma ha nel campo del patrimonio culturale e dell’ambiente a Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, già direttore della Normale di Pisa, attualmente presidente del Consiglio scientifico del Louvre e a Giuliano Volpe, archeologo, presidente del Consiglio Superiore «Beni culturali e paesaggistici» del Mibact.

Intervista a Salvatore Settis 
In riferimento al riformato art. 117, in materia di competenze tra Stato e Regioni, è vero, come sostiene Giuliano Volpe che «si elimina la cosiddetta "legislazione concorrente"» e che
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