Raffaello mette gli studiosi contro l’intelligenza artificiale

Gli esperti di arte antica respingono l’attribuzione del «Tondo de Brécy» a Raffaello fatta dall’AI. L’opera già in passato era ritenuta una copia vittoriana, ma la somiglianza rinvenuta dall’algoritmo andrebbe molto oltre l’immagine

Il «Tondo de Brécy» di o da Raffaello e la «Madonna Sistina» (1513) di Raffaello
Gareth Harris |

Gli esperti di arte antica hanno messo in discussione la recente attribuzione di un dipinto a Raffaello decretata da un programma di intelligenza artificiale. Un’analisi condotta all’inizio di quest’anno dall’Università di Bradford e dall’Università di Nottingham, utilizzando il riconoscimento facciale assistito dall’intelligenza artificiale, ha dimostrato che i volti dell’opera nota come «Tondo de Brécy» erano identici a quelli della «Madonna Sistina» (1513 ca) di Raffaello. Il «Tondo de Brécy» è ora in mostra nella Cartwright Hall Art Gallery di Bradford, nel Regno Unito. È la prima volta che viene esposto al pubblico.

I team di ricerca delle due università britanniche hanno dichiarato di aver utilizzato una nuova tecnologia di riconoscimento facciale per esaminare il «Tondo de Brécy», confrontando i volti dell’opera con quelli della «Madonna Sistina». Le Madonne raffigurate in ciascun dipinto presentavano una somiglianza del 97%, mentre il bambino raffigurato in ciascuno dei due dipinti aveva una somiglianza dell’86% (secondo lo studio un punteggio superiore al 75% è considerato identico).

Angelamaria Aceto, ricercatrice di disegni italiani all’Ashmolean Museum di Oxford, così ci ha raccontato: «Non ho mai visto l’opera di persona, ma a giudicare dalla fotografia sembrerebbe una copia da Raffaello. Pur essendo sempre aperta all’uso di nuove tecnologie e approcci, non sarei favorevole a una valutazione dell’autenticità basata sull’Intelligenza Artificiale. La vera conoscenza è legata al giudizio esperto di un occhio esperto ed è molto di più che far corrispondere meccanicamente pennellate e immagini».

Bendor Grosvenor, storico dell’arte ed editorialista di «The Art Newspaper», afferma che «questa vicenda rispecchia perfettamente il funzionamento dell’IA, che non è in grado di distinguere tra cosa sia reale e cosa non lo sia. Basterebbe una telefonata a un qualsiasi studioso di Raffaello che si rispetti. L’unico modo in cui l’umanità potrà competere con l’IA è il pensiero critico».

Nel frattempo un altro specialista di Raffaello che ha preferito rimanere anonimo ci dice che «il quadro è chiaramente una copia del XIX secolo: non è strano che i tratti del viso corrispondano all’originale perché è stato copiato dopo di esso».

Hassan Ugail, direttore del Centro di Visual Computing dell’Università di Bradford, ha dichiarato a «The Guardian» che «l’analisi del tondo con questo nuovo modello di intelligenza artificiale ha dato risultati sorprendenti, confermando che si tratta molto probabilmente di Raffaello. Insieme al mio precedente lavoro di riconoscimento facciale e alle precedenti ricerche dei miei colleghi accademici, abbiamo concluso che il Tondo e la Madonna Sistina sono senza dubbio dello stesso artista».

In risposta ai commenti dei critici, Ugail ha dichiarato che «la moderna tecnologia AI assistita dall’apprendimento profondo ha effettivamente compiuto progressi significativi negli ultimi anni, consentendo di analizzare le immagini, comprese le opere d’arte, con un livello di dettaglio senza precedenti. Contrariamente all’idea che l’IA si limiti a identificare e confrontare le somiglianze, in realtà è in grado di andare oltre, esaminando le sottili differenze, ad esempio i motivi delle pennellate, i colori, le tonalità, i valori tonali, ecc. Questa capacità consente all’Intelligenza Artificiale di osservare le opere d’arte in modo più dettagliato rispetto all’occhio nudo, rivelando spesso sfumature che potrebbero essere trascurate dalla percezione umana».

«È essenziale riconoscere che l’esperienza degli storici dell’arte e degli studiosi rimane preziosa per comprendere il contesto storico e culturale delle opere d’arte. Tuttavia, l’integrazione dell’IA nel processo può fornire ulteriori spunti e informazioni complementari che arricchiscono la valutazione complessiva. Inoltre, l’IA può portare un ulteriore grado di trasparenza nel processo, contribuendo a un approccio più chiaro e responsabile all’autenticazione».

Il collezionista e uomo d’affari George Lester Winward acquistò il «Tondo de Brécy» nel 1981, quando si presumeva che fosse una copia di un’opera di Raffaello realizzata in epoca vittoriana. Secondo la rivista «Smithsonian», anche Winward notò che il dipinto assomigliava al capolavoro di Raffaello del 1513, la «Madonna Sistina». Nel 1995, Winward trasferì la proprietà della sua collezione di dipinti al nuovo de Brécy Trust (da lui fondato) per proseguire le ricerche sul tondo; Winward è morto nel 1997.

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