«Monna Vanna» (1866) di Dante Gabriel Rossetti (particolare) © Tate

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«Monna Vanna» (1866) di Dante Gabriel Rossetti (particolare) © Tate

Radical e romantici: i preraffaelliti

La Tate Britain dedica una mostra ai Rossetti (non solo Dante Gabriel), che avevano trovato «modi ingegnosi per aggirare i tradizionali ruoli di genere»

«L’ambizione principale della mostra è quella di far conoscere questi artisti a un pubblico del XXI secolo e di guardarli con gli occhi del XXI secolo, afferma Carol Jacobi, curatrice della mostra «I Rossetti»,alla Tate Britain dal 6 aprile al 24 settembre. Attorno ai Rossetti sono nati molti miti, ma noi vogliamo mostrarli sotto una nuova luce. La loro opera, molto coinvolgente e con una forte dimensione umana, è ancora molto attuale».

La mostra della Tate è, sorprendentemente per un’istituzione così legata alle opere della Confraternita dei Preraffaelliti, la prima a concentrarsi su Dante Gabriel Rossetti, probabilmente il pittore inglese più popolare e significativo dell’età vittoriana. Ma cerca anche di stabilire la rete di talenti a cui egli si associò: principalmente, sua sorella Christina, una delle poetesse di maggior successo del XIX secolo; suo fratello William Michael, critico ed editore che delineò i principi fondamentali della Confraternita; ed Elizabeth Siddal, inizialmente nota come modella per alcuni dei dipinti più sublimi di Rossetti, ma sempre più riconosciuta come artista influente a sé stante.

Sebbene i Preraffaelliti non abbiano mai perso la loro popolarità, è giusto dire che l’ombra delle loro drammatiche vite personali e l’attenzione ossessiva (almeno nell’opera di Dante Gabriel) per la forma femminile idealizzata hanno fatto sì che l’attenzione della critica si sia spostata altrove. Ma la curatrice Jacobi sottolinea che le preoccupazioni del gruppo sono di grande risonanza per il pubblico contemporaneo: «Tutti loro, compresi gli uomini, erano definiti dai ruoli di genere dell’epoca; possiamo pensare di essere andati oltre, ma di fatto non è così. Questa sfida [ai ruoli di genere tradizionali] e i modi ingegnosi che hanno trovato per aggirarli sono interessanti da esplorare».

Jacobi indica come centrale l’esperienza di Elizabeth Siddal, che faceva parte di un gruppo di donne della classe operaia assunte da Dante Gabriel come modelle. «La sua arte era molto più concitata e terrena e in contatto con la realtà fisica della vita di quanto ci si possa aspettare, afferma. Alcune storie che scelse di illustrare erano molto audaci». Jacobi sottolinea la sala della mostra dedicata all’influenza reciproca di Siddal e Dante Gabriel, che lavorarono fianco a fianco nel periodo immediatamente successivo alla fioritura preraffaellita, in una creatività di «chiamata e risposta». «Insieme hanno creato un incredibile corpus di opere, piccoli mondi fantastici medievali in cui esploravano audaci questioni d’amore», precisa.

Una delle sfide della rassegna è mostrare i versi di Christina, continua Jacobi. La Tate ha scelto di creare una «foresta di poesie», con letture da parte dell’attrice Diana Quick, e di mostrare opere che mettono in evidenza questioni di classe e di genere. La sua poesia più famosa, Goblin Market, è nata dal suo lavoro di volontariato presso un rifugio per ex prostitute. Christina (che è stata anche la modella per i dipinti del fratello «La fanciullezza di Maria Vergine» ed «Ecce Ancilla Domini (L’Annunciazione)», entrambi del 1849-50) esplora, secondo Jacobi, i temi dell’«amore nellʼetà materiale, l’idea vittoriana della “donna perduta” e la compravendita del sesso». Siddal, allo stesso modo, realizzò il disegno «Pippa Passes» (1854), che, secondo Jacobi, «illustra l’esperienza di camminare per strada e gli incontri con donne che vendono sesso», così come il dipinto di Dante Gabriel, «Found» (1854), su un tema simile.

«Le storie che raccontano i Rossetti sono molto umane e riguardano l’amore e le relazioni, non solo quelle romantiche, ma anche quelle tra figli e genitori, tra fratelli e sorelle, tra amici, le cadute e il modo di andare avanti dopo una perdita», conclude Jacobi.

«Monna Vanna» (1866) di Dante Gabriel Rossetti (particolare) © Tate

Redazione GDA, 05 aprile 2023 | © Riproduzione riservata

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