Rä di Martino guida la Platea
L’artista romana, con i giovani curatori Monti e Giacomazzi, ha selezionato quattro artisti, Cioffi, D’Angelo, Gurgone e Zeppillo, protagonisti tra maggio e novembre ciascuno di una personale

Fondata nel 2020 da un gruppo di amici appassionati d’arte e architettura, l’associazione culturale Platea|Palazzo Galeano (il curatore artistico è Carlo Orsini), ha scelto Rä di Martino (Roma, 1975) come artista leader della sua terza edizione, dopo Marcello Maloberti nel 2021 e Luca Trevisani nel 2022. È stata lei, affiancata dai giovani curatori Benedetta Monti (1994) e Niccolò Giacomazzi (1995) a selezionare gli artisti, tutti under 35, dell’edizione 2023: Valerio D’Angelo (Roma, 1993), Martina Cioffi (Como, 1991), Camilla Gurgone (Lucca, 1997) e Vittorio Zeppillo (San Severino Marche, Mc, 1998) ognuno dei quali, tra maggio e novembre, sarà protagonista di una personale.
Il progetto prevede un dialogo stretto tra gli «allievi» e l’artista-guida, che con loro collabora nello sviluppare i lavori, al pari dei curatori e del board di Platea. Ma il dialogo s’intreccia anche con il pubblico, poiché ogni mostra diventa occasione di dibattiti e incontri che portano in città personalità della cultura.
Tema di questa edizione, dopo il precedente binomio arte/natura, è l’eterogeneità dei mezzi espressivi: installazioni fondate su illuminotecnica e scultura (spesso da ready made) per D’Angelo; scultura «ossea», di esoscheletri ceramici, per Cioffi; installazione e performance per Gurgone; pittura per Zeppillo, che tuttavia pratica anche la performance e l’installazione.
Come di consueto, è la personale dell’artista-leader ad aprire i giochi: dal 10 marzo al 10 maggio Rä di Martino presenta (con Galleria Valentina Bonomo, Roma) l’installazione «Play» (2022), che con i suoi stativi, le luci led, le pellicole frost e le gelatine colorate evoca i set cinematografici o fotografici attraverso gli strumenti usati per generare le luci adatte a ogni scena. Decontestualizzati, questi oggetti per così dire «di servizio», diventano essi stessi opera d’arte.