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Quotidiani «lavori in corso» alla Castellina

Quotidiani «lavori in corso» alla Castellina

Stefano Miliani

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All’apparenza massiccia e resistente, non destava particolari preoccupazioni: la residenza fortificata del Museo della Castellina a Norcia colpita dal terremoto del 30 ottobre può essere invece pericolosa in caso di scosse. È infatti la casa del bel Museo civico diocesano. I pezzi principali, tra cui una «Vergine con angelo» in terracotta invetriata di Andrea e Luca Della Robbia, sono ricoverati a Spoleto fin dai primi di novembre mentre una «Madonna» di Jacopo della Quercia è esposta temporaneamente alla Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia.

«Le circa 450 opere entro gennaio saranno tutte o quasi nel deposito delle opere umbre terremotate», interviene la direttrice Maria Angela Turchetti, che ha seguito ogni evacuazione fra i detriti nell’edificio progettato nel 1554 dal Vignola. «Quando evacuiamo le opere, con Vigili del Fuoco, Protezione civile, Carabinieri del patrimonio culturale, restauratori e nostro personale, prima si individuano le vie di fuga lasciando le porte aperte per scappare, poi bisogna decidere rapidamente che cosa portare via», racconta la storica dell’arte, che è anche funzionaria del Mibact, dopo un’altra giornata trascorsa a mettere in salvo la raccolta che al piano terra aveva reperti etruschi, greci, preromani e romani della collezione Massenzi. «Fotografiamo ogni singolo pezzo, anche nel trasporto mettiamo cure estreme, facciamo imballaggi molto accurati. E nel deposito la Castellina ha una sala, sigillata e tutta per sé, dove il Comune e la Diocesi possono andare quando vogliono».

Tra i recuperi più avventurosi ricorda una tavola con «Madonna in trono tra santi» di Antonio da Faenza del 1519 ca: «Era assicurata a una parete da ganci molleggiati ottimi per un terremoto ma micidiali da sganciare in fretta. Abbiamo dovuto smontare la predella e le singole parti, è andato tutto bene». Tornata dalla piazza San Benedetto battuta dal vento freddo, Maria Angela Turchetti guarda avanti: «La Castellina può diventare un museo di ultima generazione, ma la sua ricostruzione va di pari passo con quella di Norcia. La volontà ferrea è restaurare ogni pezzo, riportarlo nel museo e, affinché nessuno lo dimentichi, intendo esporre provvisoriamente alcune opere a Spoleto, dove dirigo il Museo archeologico nazionale». I fondi stanziati dalla Regione Umbria per lavori fissati prima del sisma (1,3 milioni di euro) non basteranno. Ma nel 2018 si potrebbe riaprire.
 

Stefano Miliani, 09 gennaio 2017 | © Riproduzione riservata

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