Questa pittura è l’antidoto all’iconomania

Phoebe Unwin alla Collezione Maramotti

«Approach» (2017) di Phoebe Unwin. Olio e acrilico su tela, 183 x 153 cm (particolare). Foto: Courtesy Amanda Wilkinson Gallery, London
Silvano Manganaro |  | Reggio Emilia

Dal 14 ottobre al 10 marzo la Collezione Maramotti apre nuovamente i suoi spazi dedicati alle esposizioni temporanee a un emergente della nuova pittura inglese. Si tratta di Phoebe Unwin (Cambridge, 1979) con la mostra intitolata «Field», la sua prima personale in Italia. Sul territorio nazionale si segnalano solamente la sua presenza alla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli nel 2014 e la nomina, l’anno successivo, tra le finaliste della sesta edizione del Max Mara Art Prize for Women, che ha portato la Collezione Maramotti ad acquisire un suo lavoro.

Come è noto, il premio, organizzato in collaborazione con Whitechapel Gallery, è finalizzato a scoprire e valorizzare artiste emergenti attive nel Regno Unito. Per questa mostra la Unwin ha realizzato una serie di nuovi dipinti e disegni che continuano la ricerca avviata lo scorso anno con «Approach», un grande dipinto a olio che ha segnato il suo
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