Quell’edicola nei carruggi di Albisola Superiore

Lontano dai grandi centri urbani, il progetto di Raffaella Cortese predilige tempi lenti e giovani promesse

Veduta dell’installazione sonora di Roni Horn «Saying Water» da Aedicula Raffaella Cortese
Francesca Interlenghi |  | Albisola Superiore (Sv)

Aedicula Raffaella Cortese è un piccolo spazio lontano dal frastuono mondano, «una stanza che ha a che fare con l’arte», inaugurata recentemente da Raffaella Cortese ad Albisola Superiore, sulla riviera ligure di ponente. «Un modo diverso di approcciare l’arte» racconta la gallerista milanese, che aggiunge: «Si tratta di una stanza che si affaccia su un vicoletto dove la gente passeggia, indisturbata e senza auto. Questa è una parte della Liguria piuttosto emarginata, ma che vanta un passato interessante e glorioso grazie ai tanti artisti italiani e stranieri che, frequentando le fabbriche di ceramica, penso alla celebre manifattura San Giorgio per esempio, hanno trasformato il paese in un punto nevralgico per l’arte contemporanea. C’è anche un archivio storico pieno di foto di Marinetti, che ad Albisola veniva spesso, e testimonianze di architettura un po’ razionalista e un po’ futurista come l’edificio di Tullio Mazzotti progettato nei primi anni Trenta dall’architetto bulgaro Diulgheroff. Bisogna ripensare a tutta quella bellezza e, forse proprio perché adesso è un po’ svanita, provare ad aggiungere veramente qualcosa».

Dopo il primo progetto realizzato da Marcello Maloberti (Codogno, 1966), adesso è il turno di Roni Horn (New York, 1955) con l’installazione sonora «Saying Water» (2001). Ogni sera al tramonto, da Aedicula si accende una luce e chiunque passa è invitato a prendere posto sulla panchina «Halte», progettata dal giovane designer Thibault Malavieille, per ascoltare la voce di Horn che esordisce chiedendo: «Che ne sai dell’acqua? Solo che è ovunque in modo diverso. Quando vedi il tuo riflesso nell’acqua, riconosci l’acqua in te?».

Una riflessione profonda, e ricorrente nel programma espositivo della Galleria Raffaella Cortese, su questo elemento e le sue molteplici significazioni: rinascita e purificazione, linfa generatrice ed emblema del principio femminile, ma anche potenziale pericolo per l’uomo e dall’uomo a sua volta minacciata. Bisogna che tutto il frastuono mondano sia messo a tacere perché si verifichi quel fenomeno che Platone definiva «theorein», il vedere della mente, la visione dell’anima, il rumore dell’acqua che scorre tra le parole dell’artista americana e ci costringe a fare i conti con il senso della nostra esistenza.

«I progetti per il futuro, anticipa poi Raffaella Cortese, prevedono innanzitutto tempi lenti, in accordo con i ritmi del luogo, e una programmazione che nei mesi centrali dell’anno, da aprile a settembre, quando il flusso del turismo si intensifica, ospiterà giovani artisti attraverso le loro altrettanto giovani gallerie. Poi, il resto dell’anno, lo spazio sarà sempre a disposizione di tutti i miei artisti che vorranno dare vita a progetti site-specific, ragionando sulle peculiarità di questo spazio espositivo».

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