Quel collezionista d’arte è un demonio

Arabella Cifani |

Il documento evidenzia e quantifica la voracità inesausta (e incontrollata) di opere d’arte del gerarca nazista, suicida dopo la condanna a morte di Norimberga: il Catalogo elenca 1.376 dipinti, 250 sculture e 168 arazzi, ma anche nomi e cognomi dei venditori e dei derubati.

Sulla storia del nazismo, dalla fine della guerra ad oggi, si sono accumulati centinaia di libri, film, interviste a reduci, vittime e carnefici che hanno tentato di capire o di spiegare; riaffiorano però sempre cose nuove e tutte orride.

In questo solco, Le Catalogue Goering, da poco edito a Parigi da Flammarion (leggi l'intervista al curatore del volume, Jean-Marc Dreyfus), focalizza il problema dei rapporti fra uno dei più importanti gerarchi nazisti e l’arte, analizzando per la prima volta nel suo complesso e pubblicando integralmente le fotografie che rimangono delle sterminate collezioni artistiche di Hermann Goering (1893-1946),
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

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