Quando Rumma era anche Marcello

Al Madre la ricognizione di una figura centrale delle ricerche artistiche degli anni Sessanta

Marcello Rumma con la moglie Lia a Salerno negli anni Sessanta
Olga Scotto di Vettimo |  | Napoli

La mostra «I sei anni di Marcello Rumma, 1965-1970», a cura di Gabriele Guercio con Andrea Viliani, è una ricognizione sull’attività di ideazione e promozione artistica di una figura centrale nel dibattito culturale di quegli anni. Dal 15 dicembre al 13 marzo al museo Madre di Napoli dipinti, sculture e installazioni insieme a lettere, fotografie, inviti, riviste e ritagli di giornale, organizzati in un percorso cronologico e tematico, delineano il clima intellettuale, le riflessioni, quindi il metodo di lavoro di Marcello Rumma (Salerno 1942-70), collezionista e promotore di progetti editoriali (Rumma Editore 1968) ed espostivi, dedicati alle ricerche artistiche più innovative del tempo.

Organizzata in collaborazione con l’Archivio Rumma, la rassegna, assieme a una selezione delle opere presenti nella collezione di Marcello Rumma e nelle mostre da lui ideate e sostenute, comprende anche una raccolta di documenti, molti dei quali mai esposti in precedenza. In mostra anche il documentario tv realizzato per la Rai dal regista Emidio Greco in occasione della celebre mostra «Arte Povera più Azioni Povere», curata da Germano Celant negli Arsenali di Amalfi.

L’esposizione del 1968 fu la terza e conclusiva edizione della «Rassegna d’Arte Internazionale» di Amalfi, inaugurata nel 1966 con «Aspetti del “ritorno alle cose stesse”», riflessione sul rapporto tra le immagini e i loro referenti, curata da Renato Barilli, e proseguita nel 1967 con «L’impatto percettivo», a cura di Alberto Boatto e Filiberto Menna, indagine sul tema della percezione nelle ricerche artistiche Pop e Op. L’esposizione rientra nel progetto sulla digitalizzazione degli archivi promosso dalla Regione Campania che prevede nei prossimi mesi anche un convegno in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno e una mostra agli Arsenali di Amalfi.

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