Quando Picasso diciottenne arrivò a Parigi

Al Guggenheim Museum l’ennesima mostra per il cinquantesimo anniversario della morte del maestro spagnolo ruota intorno al suo «Moulin de la Galette»

«Le Moulin de la Galette» (1900), di Pablo Picasso. Foto David Heald, Solomon R. Guggenheim Foundation, NY. © 2023 Estate of Pablo Picasso/Artist Rights Society (Ars), NY
Viviana Bucarelli |  | New York

Nell’epoca dell’Esposizione Universale e dei «Ballets Russes» di Sergei Diaghilev, quando Parigi è nel pieno del fermento culturale della Belle Èpoque e tutti gli artisti (musicisti, pittori, artisti del teatro e della danza, scrittori e drammaturghi) si stabiliscono lì a vivere, il giovane Pablo Picasso (1881-1973), appena diciottenne, arriva per la prima volta nella Ville Lumière.

Nel 1900 dipinge «Le Moulin de la Galette», uno dei suoi capolavori giovanili: un ritratto della taverna e sala da ballo al centro di Montmartre che all’epoca brulicava di cafè-chantant, sale da concerto e da ballo, cabaret e teatri. Frequentato da tutta la bohéme cittadina, Le Moulin era stato già dipinto da Renoir, Pissarro, Van Gogh, Ramon Casas e Santiago Rusinõl.

Nella tela di Picasso emerge una pista da ballo affollatissima dove coppie strette una all’altra danzano, si corteggiano e chiacchierano, mentre in primo piano profili femminili che ricordano Toulouse Lautrec sorseggiano vino bianco e conversano. Pennellate rapide e tocchi di rosso acceso conferiscono un carattere inconfondibile al quadro che presagisce l’opera matura del genio.

Ora «Le Moulin», con altre dipinti e numerosi disegni, è il punto focale di «Young Picasso in Paris», allestita fino al 6 agosto nel Guggenheim Museum, una delle molte mostre organizzate in tutto il mondo per celebrare il cinquantesimo anniversario della morte dell’artista. La «Picasso Celebration 1973-2023» culminerà il prossimo autunno a Parigi con un simposio internazionale e l’inaugurazione del nuovo Centro per gli Studi dedicati al maestro.

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