Quando la scultura monumentale è intima

Graziano Pompili, nato a Fiume nel 1943, è protagonista della personale «Omnia», curata da Valeria Tassinari e visibile dal 25 febbraio al 30 aprile al museo Magi ’900

Stefano Luppi |  | Pieve di Cento (Bo)

Gli organizzatori del «museo delle eccellenze artistiche e storiche» hanno ideato un lungo percorso a ritroso nella produzione di Pompili, permettendo in questo modo di comprendere i passaggi più salienti della sua produzione. Sono esposte sculture in marmo, bronzo e terracotta, disegni e opere su lamiera, datate dagli esordi dell’artista nei primi anni Settanta a oggi.

Cinque decenni in cui soprattutto le opere monumentali hanno marcato la poetica dell’artista così legata alla memoria della tradizione, soprattutto archeologica, mai slegata comunque dalle suggestioni della modernità. Il racconto visivo che offre la mostra parte dalle sculture più recenti, nelle quali domina la raffigurazione essenziale del paesaggio, caratterizzato da segni tipicamente umani.

Ma poi si passa ai lavori degli anni Ottanta e Novanta, in cui emergono caratteri che rimandano al frammento classico, fino a quelle del
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