Quale destino per le opere russe in prestito in Europa?
Uova Fabergé e dipinti impressionisti tra i lavori in mostra a Londra e Parigi in prestito dai musei russi. I Governi garantiscono la restituzione a prescindere dal conflitto

Le opere in prestito dalla Russia per importanti mostre nel Regno Unito e in Europa restano al momento esposte, mentre il conflitto in Ucraina prosegue.
La mostra «Fabergé a Londra. Romance et Revolution», al Victoria and Albert Museum (V&A) di Londra (fino all’8 maggio), presenta molte opere provenienti dai musei russi, tra cui l’uovo del Cremlino di Mosca (1906), custodito dai musei del Cremlino di Mosca insieme all’uovo di Alexander Palace (1908), decorato con i ritratti dello zar Nicola II e della sua famiglia, e all’uovo del terzo centenario di Romanov (1913).
Una portavoce del Victoria and Albert Museum afferma che «il V&A è in contatto con il DCMS-Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport, sull’evoluzione della situazione in Ucraina. A oggi, non abbiamo ricevuto richieste di restituzione di prestiti da parte delle istituzioni russe».
Il DCMS fornisce una guida online per proteggere i prestiti provenienti dall’estero: «Gli oggetti in prestito dall’estero per mostre temporanee nei musei del Regno Unito sono protetti dal sequestro da parte dei tribunali del Regno Unito quando sono esposti in un museo o galleria approvati dal Segretario alla Cultura e che abbiano pubblicato informazioni su gli oggetti in prestito». Il DCMS offre questa protezione per i prestiti internazionali perché in alcuni casi la proprietà dell’opera potrebbe essere contestata e senza questo tipo di protezione molti Paesi non concederebbero prestiti al Regno Unito.
Un’altra grande mostra d’arte russa prorogata fino al 3 aprile nella Fondazione Louis Vuitton a Parigi, riguarda la collezione Morozov, messa insieme dai fratelli e filantropi Mikhail e Ivan Morozov all’inizio del XX secolo, ed è una mostra campione di incassi con più di un milione di visitatori. Non chiuderà, affermano i funzionari della galleria finanziata dal marchio di lusso LVMH.
«Secondo una legge in vigore dal 10 agosto 1994, lo Stato francese non può sequestrare dipinti, pastelli e sculture perché di competenza di istituzioni pubbliche straniere», ha spiegato a «Le Figarò» Oliveir de Baecque, avvocato specializzato in arte. Il quotidiano francese riporta che un’ordinanza di esenzione dal sequestro è stata emessa congiuntamente il 19 febbraio scorso dal ministro francese per l’Europa e gli affari esteri e dal ministro della cultura.
Jean-Paul Claverie, consigliere dell’amministratore delegato di LVMH, Bernard Arnault, conclude: «Al momento non ho ricevuto alcuna chiamata dall’ambasciata russa o dai musei. La nostra responsabilità è la tutela delle opere. Assicureremo quindi, come concordato, il ritorno nei musei di provenienza. Se le condizioni per viaggiare in sicurezza si rivelano insufficienti, aspetteremo».
Crisi russo-ucraina 2022