Proclami imbecilli

Flaminio Gualdoni |

Assatanati autoproclamatisi «tutori» si indignano per «la qualunque»

Una delle opere di Ontani dedicate al pantheon induista «Basta con queste immagini sessiste che danno il solito stereotipo della donna come oggetto del desiderio!». Dunque, il Cattelan impagina per Rimini, more suo, una serie di cartelloni pubblicitari intitolata «Saluti da Rimini», in cui sciorina il repertorio usuale di blande impertinenze visive postpop e di evocazioni di quel gusto pubblicitario rétro fatto, secondo le vecchie analisi di Roland Marchand, di «brilliance of imagery and intensity of focus», e subito se ne escono un po’ di donne engagées con il ditino alzato a fargli la morale.

Qualche settimana prima la Fondazione India/Europa di Zagarolo aveva deciso di chiudere una mostra di tableaux vivants fotografici di Ontani dedicati al pantheon induista perché le opere turbavano «la sensibilità dei visitatori indiani».

Niente di che, sarebbero ulteriori mediocri capitoli della saga
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