Prigionieri dell’iconomia

Al Jeu de Paume il supermercato delle immagini

Maurizio Cattelan, «Untitled», 2001. Veduta dell'installazione al Museum Voorlinde. © Courtesy Maurizio Cattelan's Archive. Foto: Antoine van Kaam
Luana De Micco |

Parigi. Il titolo della nuova mostra che il Jeu de Paume presenta dall’11 febbraio al 7 giugno è provocatorio: «Il supermercato delle immagini». Il museo parigino intende così confrontarsi con il problema dell’«onnipresenza» e della «sovrapproduzione» dell’immagine nelle nostre vite. Un mondo, con tre milioni di foto e video che circolano e si condividono ogni giorno sui social network, che si avvicina sempre più allo «spazio al cento per cento in mano all’immagine» predetto un secolo fa Walter Benjamin.

La mostra presenta circa 60 opere di una cinquantina di artisti, storici, affermati o emergenti, da Sophie Calle a Maurizio Cattelan, da Sergei Eisenstein a Kazimir Malevic, da Richard Serra a Li Hao e Evan Roth, in cinque sezioni, dove disegni, video, installazioni multimediali si affiancano a lavori fotografici. È stata curata dal filosofo Peter Szendy, autore di Le supermarché du
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata Evan Roth, «Since You Were Born», 2019. © Foto di Bob Self/The Florida Times-Union/Cortesia del MOCA, Jacksonville, Florida
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