Premi, sogni e narghilè

Franco Fanelli |

In Italia alle fiere non si vende molto, ma si premia un sacco: Artissima, ad esempio, rende noto che, ai cinque riconoscimenti tradizionalmente assegnati, quest’anno se ne aggiungerà un sesto, dedicato alla fotografia, staccando per il momento Miart che si ferma a quattro, ma Art Verona non scherza affatto arrivando a ben otto tra concorsi, fondi di acquisizione e vari altri riconoscimenti. E se nella pratica è un sistema buono per attrarre risorse di privati sostenitori nel nostro circuito fieristico (il cui piccolo cabotaggio spiega il paradosso secondo il quale una nazione con un men che flebile mercato detiene la più alta densità di mostre-mercato d’arte contemporanea d’Europa), visti certi striminziti volumi d’affari in molti stand li si potrebbe considerare un po’ come dei premi di consolazione. Tuttavia tra le poche virtù che ancora vengono riconosciute agli italiani ci sono la fantasia,
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