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Poliedrico e libertario

Poliedrico e libertario

Francesca Romana Morelli

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Una mostra alla riscoperta di Arthur Bryks

Nei primi decenni del Novecento Ascona, cittadina svizzera tra le Alpi e il Lago Maggiore, accolse una colonia fluttuante di artisti, intellettuali, dissidenti politici, massoni e tanti altri. Quella comunità professava un ritorno alla natura attraverso pratiche salutiste, il naturismo e i matrimoni «di coscienza» senza distinzione di sesso e un’utopica sintesi delle arti, per cui interagì anche con il movimento dadaista di Zurigo durante la prima guerra mondiale. Nel 1919 vi approdò l’ebreo polacco Arthur Bryks (1894-1970), pittore, scultore, musicista, grafico, terapeuta e pacifista, reduce dagli ambienti internazionali dadaisti.

Simone Aleandri dedica una mostra alla riscoperta di questo artista talentuoso e inquieto, curata da Federico De Melis e Ly Bryks, figlia dell’artista, in collaborazione con la Fondazione Bryks Art Collection di Londra e patrocinata dalla Comunità Ebraica di Roma.

Dall’8 maggio al 20 luglio sono esposte 140 opere, frutto degli effervescenti scambi intellettuali di Bryks nei cenacoli frequentati: dalla Zurigo dadaista al Monte Verità di Ascona, dalla Berlino e la Monaco della Die Brücke e del Blaue Reiter alla Parigi di Soutine, passando per Amsterdam, New York e Israele. Un sostanzioso nucleo di suoi disegni, dipinti e incisioni, connotato da un linguaggio aggiornato sulle ricerche dell’avanguardia, tra cui il Cubismo e l’Orfismo, dialogano con opere dei suoi amici e sodali, tra i quali Erich Heckel, Arthur Segal, Ludwig Meidner, Conrad Felixmüller, Christian Rohlfs, Hans Looser, Moissey Kogan, César Domela, Ernst Frick e Werner Müller.

 

Francesca Romana Morelli, 04 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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Poliedrico e libertario | Francesca Romana Morelli

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