Poliedrico e libertario

Francesca Romana Morelli |  | Roma

Una mostra alla riscoperta di Arthur Bryks

Nei primi decenni del Novecento Ascona, cittadina svizzera tra le Alpi e il Lago Maggiore, accolse una colonia fluttuante di artisti, intellettuali, dissidenti politici, massoni e tanti altri. Quella comunità professava un ritorno alla natura attraverso pratiche salutiste, il naturismo e i matrimoni «di coscienza» senza distinzione di sesso e un’utopica sintesi delle arti, per cui interagì anche con il movimento dadaista di Zurigo durante la prima guerra mondiale. Nel 1919 vi approdò l’ebreo polacco Arthur Bryks (1894-1970), pittore, scultore, musicista, grafico, terapeuta e pacifista, reduce dagli ambienti internazionali dadaisti.

Simone Aleandri dedica una mostra alla riscoperta di questo artista talentuoso e inquieto, curata da Federico De Melis e Ly Bryks, figlia dell’artista, in collaborazione con la Fondazione Bryks Art Collection di Londra e patrocinata
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