Plessi liquido

Myriam Zerbi |

È l’integrazione perfettamente congruente, e dall’apparenza naturale, di elementi antitetici a rendere unico il linguaggio di Fabrizio Plessi. Negli anni Settanta, fu tra i primi a introdurre il video come materiale-veicolo del fare artistico e, assertore convinto che «la tecnologia è frigida. Il mezzo non è il messaggio e chi usa la tecnologia, come chi usa la matita, deve saper andare oltre», nelle sue videoinstallazioni, umanizzando e scaldando la tecnologia, coniuga realtà e finzione. Nel progetto veneziano «Plessi Liquid Life», organizzato dalla Fondazione Alberto Peruzzo e curato da Marco Tonelli alla Ca’ d’Oro, e nella monumentale installazione con quattordici Llaüt (imbarcazioni tradizionali delle isole Baleari per la pesca a strascico; nella foto) alla Tesa 94 dell’Arsenale (entrambi gli eventi sono visibili dal 5 maggio al 22 novembre), è l’acqua la grande protagonista,
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