Pittura vagabonda dagli Stati Uniti a Société Interludio
L’artista californiana Lauren Wy, dopo la collettiva al Castello di Rivoli, torna a Torino per la sua prima personale

Société Interludio, galleria votata alla promozione di artisti giovani e mid-career che si esprimono prevalentemente attraverso la pittura, dal primo aprile sino al 28 maggio (con inaugurazione il 31 marzo dalle ore 18) ospita «The Vagabond and the Lovers», personale di Lauren Wy. Classe 1987, l’artista originaria di Long Beach in California, ha già calcato la scena cittadina quando lo scorso autunno è stata coinvolta nella mostra «Espressioni con Frazioni» a cura di Carolyn Christov-Bakargiev presso il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
A quella esperienza era seguita una residenza d’artista a Torino dopo la quale è maturata l’idea di un percorso in galleria. Quest’ultimo comprende cinque oli su tela, di cui tre di grandi dimensioni, affiancati da numerosi disegni, parte del progetto «Autodesire», e cinque particolari plastiche realizzate appositamente per l’occasione.
Il titolo della mostra è ispirato alle carte dei tarocchi ma ha anche un chiaro riferimento personale: il «vagabondo» infatti rappresenta una sorta di alter ego dell’artista che durante il periodo di pandemia ha vissuto per diversi mesi in macchina tra i vari stati dell’America continuando sempre a disegnare, mentre gli «amanti» alludono alla sua visione di speranza nei confronti del futuro.
Il passato della giovane e la sua visione in prospettiva si incontrano simbolicamente in queste due iconografie che anticipano la forte componente autobiografica di ogni opera esposta.
A tal proposito, la curatrice Allegra Fantini afferma che nei quadri di Wy «il passato viene interiorizzato, rielaborato e processato». Il suo tratto, che frammenta soggetti e divide la scena pittorica come in diversi piani dove succedono piccole cose, appare come un segno distintivo. La saturazione estrema delle tonalità giustapposte e sovrapposte avvolge invece la superficie in un magma surreale.
Se l’artista ama definirsi «una disegnatrice che dipinge» immagini erotiche per lo più con corpi e forme che si intrecciano, la sua produzione è tutt’altro che omogenea. Una serie di lavori, creati poco prima della mostra nel project space di Société Interludio a Cambiano (To) comprende infatti calchi di damigiane e vasi di cemento, secondo Wy superfici alternative per la sua pittura.
Se il cemento ammicca alla cultura urbana e alle strade periferiche a sud di Los Angeles in cui è cresciuta, le damigiane sono un tributo alla tradizione vinicola piemontese. Infine, 21 disegni a parete e 24 presentati sotto forma di libri appoggiati ad una mensola completano l’allestimento. Sono composizioni più intime e delicate sebbene, a ben guardare, riflettano la potenza pittorica e gestuale impressa sulle tele.