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Melania Lunazzi
Leggi i suoi articoliFino al 27 settembre prosegue a Palazzo Frisacco «Montagne di luce. L’opera di Marco Davanzo (1872-1955)», una retrospettiva interamente dedicata alle Alpi Carniche, quelle che il pittore d’Ampezzo dipinse per tutta la vita, a cura di Luca Caburlotto, Raffaella Cargnelutti, Maria Concetta di Micco e Michela Lupieri. Vi sono esposte 73 opere (nella foto un esemplare) selezionate tra le seicento custodite dal 1996 alla Pinacoteca di Palazzo Unfer in Ampezzo, a cui venne allora affidata la cura del lascito che la figlia del pittore, Elisa, ha destinato allo Stato. Dopo l’antologica allestita a Cividale del Friuli nel 2012, non documentata da catalogo, la Soprintendenza ai Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia prosegue, questa volta assieme alle municipalità montane di Ampezzo e Tolmezzo, l’opera di valorizzazione delle collezioni statali puntando l’attenzione su un pittore molto amato proprio per il suo attaccamento alla terra d’origine, la Carnia, e offrendo l’opportunità di vedere anche una parte di opere non ancora uscite dai depositi della Pinacoteca Davanzo. Per Davanzo le montagne di casa ebbero sempre un ruolo centrale, sia per il senso di appartenenza a quelle alte terre, che dopo la disfatta di Caporetto dovette abbandonare per le Marche assieme alla famiglia, sia in quanto camminatore e pittore en plein air di ispirazione segantiniana, sempre alla ricerca di nuovi scorci ed effetti di luce in quota in tutte le stagioni. Accanto ai dipinti, in parte restaurati per l’occasione, anche una selezione di documenti inediti di collezione privata e oggetti personali del pittore.
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