Pipilotti Rist è nata qui

La maggior personale della videoartista svizzera nel museo che l’ha lanciata

«Open My Glade (Flatten)» (2000) di Pipilotti Rist. © Pipilotti Rist. Courtesy the artist, Hauser & Wirth and Luhring Augustine
Francesca Petretto |  | Humlebæk

Patricia Schulz del «New York Times» ha inserito Il Louisiana Museum of Modern Art nella lista dei «1.000 luoghi da vedere prima di morire» (2003). A maggior ragione da domani sino al 23 giugno, ora che ospita in un’esplosione di colori e immagini la più grande personale della videoartista svizzera Elisabeth Charlotte «Pipilotti» Rist (1962).

High-tech e al contempo estremamente sensuali, le opere video di Pipilotti prodotte dagli anni Ottanta ad oggi riescono a combinare sperimentazione tecnologica, portata all’estremo delle potenzialità dei media di volta in volta a disposizione, con la reale corporeità umana. La foto-video-camera diventa così, oltre che occhio accessorio dell’artista, un mezzo pittorico che permette di dare forma, nell’immaterialità della rappresentazione su video, a percezioni tattili e sensoriali nuove.

Il protagonista è il corpo umano, nello spazio, nella natura, nel
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