Piffetti nell’alcova

Restaurata una sala di Palazzo Chiablese

Uno scorcio della Sala dell’Alcova a Palazzo Chiablese dopo il restauro
Jenny Dogliani |  | TORINO

Ubicato a sinistra del Palazzo Reale, cui è collegato da un passaggio interno, Palazzo Chiablese fa parte della schiera di edifici che costituivano la «zona di comando», il centro del potere della monarchia sabauda. D’impianto seicentesco è stato ridisegnato nel 1753 da Benedetto Alfieri come residenza del duca del Chiablese. Danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, è di proprietà del Demanio dal 1946; oggi è sede delle Soprintendenze del Piemonte e ospita al piano terra lo spazio mostre temporanee dei Musei Reali.

In vista del percorso di visita degli appartamenti di rappresentanza al piano nobile, la Fondazione Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali La Venaria Reale (CCR) ha eseguito con i fondi ministeriali il restauro della Sala dell’Alcova ricavata a metà Ottocento nella galleria alfieriana.

Gli interventi hanno coinvolto le decorazioni in stucco dorato sulla fascia della volta (putti, festoni e stilemi vegetali) e la boiserie nella parte bassa delle pareti con decorazione floreale di Michele Antonio Rapous, autore anche del paracamino. Nella Sala è stata messa la scrivania a doppio corpo intarsiata in avorio e madreperla da Pietro Piffetti rinvenuta all'estero nel 2018 dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Torino e anch’essa restaurata.

Grazie al contributo della Compagnia di San Paolo, i restauri di volte, arredi fissi e mobili proseguono ora in altri due ambienti del piano nobile: le settecentesche camere da letto e d’udienza del duca del Chiablese.

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