Pietro da Cortona pagò per farla

Federico Castelli Gattinara |  | Roma

La Chiesa dei Santi Luca e Martina, capolavoro di Pietro da Cortona affacciato sul Foro Romano, è pochissimo conosciuta, perché la storia urbanistica del Campo Vaccino, come allora veniva chiamata quell’area, l’ha piano piano isolata. Le prime trasformazioni risalgono a Napoleone ma fu soprattutto sotto Mussolini, nel 1932, che l’apertura di via dei Fori imperiali le fece il vuoto intorno, aggravato dagli scavi archeologici svolti per il Giubileo del 2000. Sotto il Fascismo furono abbattuti tutti gli edifici e l’Accademia di San Luca si trasferì nell’attuale Palazzo Carpegna.

La chiesa, compresa tra il Carcere Mamertino, la Curia Iulia e l’Arco di Settimio Severo ai Fori, dai quali è separata da un notevole salto di quota, è rimasta ai margini, con l’abside rivolta verso via dei Fori Imperiali e la facciata ormai quasi invisibile. Eppure è l’opera più cara realizzata da Pietro da Cortona, che sborsò soldi
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