Picasso: «Raffaello? Si può fare...»

Il soggiorno romano del 1917 e la sua influenza sulla fase classicista

Francesca Romana Morelli |  | Roma

Agli inizi del Novecento la danza, legata alle dimensioni del movimento e dello spazio, si rivela uno dei linguaggi della creatività che meglio rappresenta lo spirito del nuovo secolo. Tra la fine del 1916 e la prima metà del 1917 a Roma accade qualcosa di straordinario: Sergej Diaghilev, il geniale impresario dei Balletti Russi, vi stabilisce il suo quartiere generale, in occasione della seconda tournée nella Capitale. Andato in scena a Parigi il 18 maggio 1917, «Parade» nasce da Picasso, creatore delle scenografie e dei costumi, da Jean Cocteau, autore della sceneggiatura, dal musicista Eric Satie e dal ventenne danzatore Léonide Massine. Nel presentare lo spettacolo, Guillaume Apollinaire usa per la prima volta la parola «surrealismo».

Alle Scuderie del Quirinale dal 22 settembre al 21 gennaio è aperta la mostra «Picasso. Tra Cubismo e Neoclassicismo. 1915-1925», una coproduzione tra Ales e
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