Phillips, di proprietà russa, sostiene l'Ucraina

«Chiediamo la cessazione immediata di tutte le ostilità»: l’azienda detenuta dal Mercury Group ha postato ieri il messaggio su Instagram suscitando alcune critiche

La nuova sede di Phillips a Manhattan al 450 di Park Avenue, New York. Cortesia Phillips
Judd Tully, Anna Brady |

Mentre l’UE, il Regno Unito e gli Stati Uniti impongono una serie di sanzioni economiche punitive contro la Russia per l’invasione in corso dell’Ucraina, le imprese di proprietà russa sono potenzialmente a rischio di subire danni collaterali. Per esempio, il miliardario Roman Abramovich, proprietario della società calcistica Chelsea, nel fine settimana ha messo il club sotto la gestione di un’amministrazione fiduciaria, indubbiamente una misura difensiva data la sua stretta relazione, secondo quanto riportato, con il presidente russo Vladimir Putin.

Ieri, la casa d’aste di proprietà russa Phillips (che l’anno scorso ha realizzato un record di 993,3 milioni di dollari in aste e vendite private) ha cercato di chiarire la situazione pubblicando su Instagram una dichiarazione a sostegno dell’Ucraina, postata anche da Jean Paul Engelen, recentemente nominato presidente della società e co-responsabile del dipartimento di arte del XX secolo e contemporanea.

Il post su Instagram, corredato da un dipinto astratto blu e giallo dell’artista Ellsworth Kelly, citava un messaggio di Stephen Brooks, amministratore delegato della casa d’aste: «Noi di Phillips condanniamo inequivocabilmente l’invasione dell'Ucraina. Insieme al resto del mondo dell’arte, siamo sconvolti e rattristati dai tragici eventi che si stanno svolgendo nella regione. Chiediamo un’immediata cessazione di tutte le ostilità nella maniera più efficace possibile».

Phillips è di proprietà del Mercury Group, fondato nel 1993 dagli imprenditori russi Leonid Friedland e Leonid Strunin, che hanno acquisito la casa d’aste nel 2008 quando era conosciuta come Phillips de Pury & Luxembourg, per una cifra che si dice sia stata di 60 milioni di dollari. I tentativi di raggiungere i proprietari russi per un commento non hanno avuto successo, anche se si intuisce che loro non sono colpiti da alcuna sanzione né affiliati a qualsiasi altro soggetto sanzionato.

Ironicamente, lunedì Phillips ha anche annunciato che nella sua vendita di arte contemporanea e del XX secolo che si svolgerà a maggio nella sede di New York, metterà in vendita l’enorme dipinto «Senza titolo» di Jean-Michel Basquiat del 1982, dalla collezione del miliardario giapponese Yusaku Maezawa, che aveva acquistato il quadro da Christie’s New York nel maggio del 2016 per una cifra record di 57,2 milioni di dollari (comprensivi dei diritti d’asta). Il proprietario era allora il collezionista e commerciante newyorkese Adam Lindemann, che aveva comprato il dipinto da Sotheby’s Londra nel giugno del 2004 per 2,4 milioni di sterline (diritti inclusi).

Quando gli è stato chiesto se riteneva che l’etichetta di proprietà russa potesse danneggiare la reputazione di Phillips, Albert Biton, un mercante privato di New York attivo nel commercio delle aste ha detto a «The Art Newspaper»: «No, non influenzerà i loro affari perché i collezionisti d’arte non sono così attenti a questi aspetti. La maggior parte della gente pensa che Simon de Pury sia ancora il proprietario».

Tuttavia, Matthew Girling, amministratore delegato di Bonhams fino al 2020, ha dichiarato che secondo lui la gente dovrebbe boicottare Phillips per i suoi legami con la Russia. «Sono contento che lui [Stephen Brooks] si sia espresso in tal senso, ma in fin dei conti sono solo parole. Deve essere effettuata una manovra più assertiva per cercare di fermare ciò che sta accadendo in Ucraina. Solo un boicottaggio delle vendite di Phillips potrebbe ottenere l’attenzione del mondo e dei proprietari di Mercury per sperare di influenzare Putin a cambiare la sua attuale linea d’azione. Abbiamo visto come i mond delle banche, dei viaggi, del tempo libero, dello sport e della cultura si siano opposti alla crisi. Il mercato dell’arte può semplicemente ignorarla e continuare come se niente fosse?».

Crisi russo-ucraina 2022

© Riproduzione riservata