Pericle Fazzini e Sisto V avevano le Marche nell’anima

La mostra a Palazzo Paradisi celebra un papa visionario e uno dei maggiori scultori italiani del Novecento: due figure apparentemente distanti, ma che hanno molti aspetti in comune

Reliquiario (fine XIV-inizi XV sec) di Pericle Fazzini
Stefano Miliani |  | Montalto delle Marche

Che cosa accomuna Pericle Fazzini, lo scultore e pittore vissuto dal 1913 al 1987, e Sisto V, il 227mo pontefice nato nel 1521 e morto nel 1590?

Accosta i loro nomi «Gloria e memoria», la mostra aperta fino al 30 giugno a Palazzo Paradisi ideata da Daniela Tisi e Vittorio Sgarbi, promossa dalla Regione Marche e dal Comune nelle celebrazioni per i cinquecento anni dalla nascita di Felice Peretti che come papa resse il soglio di Pietro dal 1585 alla morte.

La rassegna comprende oltre cinquanta opere tra sculture e grafica dell’artista più monete, scudi, medaglie, un ritratto di fine Cinquecento di Sisto V, il Reliquiario di fine XIV-inizi XV secolo che lui stesso donò a Montalto: si tratta di pezzi dal Polo Museale Città di Sisto V, dal Museo Sistino Vescovile di Montalto Marche e dalla Collezione Grisostomi.

«Fazzini e Sisto V? Hanno tanti punti in comune, risponde Daniela Tisi. Nacquero entrambi a Grottammare e furono molto legati a Montalto. Il papa la elevò a sua città, qui l’artista realizzò il monumento per il pontefice e fu veramente felice di ricevere la cittadinanza onoraria. Ci è sembrato giusto celebrare la gloria del papa e insieme restituire la memoria di un artista che lo omaggiò ma è stato dimenticato negli ultimi anni».

Daniela Tisi ravvisa un altro legame: «L’opera di Fazzini è molto legata alla spiritualità, sotto il pontificato pur breve di Sisto V le arti presero un forte slancio e, in modo diverso, entrambi portarono le Marche dentro la loro anima».

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